Carceri, ancora detenuti che si tolgono la vita; e poi un’iniziativa dei verdi che merita qualche riflessione; sono questi gli argomenti della “situazione” di oggi.
Altri due detenuti sono “evasi” in modo definitivo, integrale; il primo a Milano, l’altro a Lecce. Siamo così arrivati a quota 31; ma è possibile che siano di più. L’Associazione Ristretti Orizzonti, che controlla il fenomeno in modo “scientifico”, ci fa sapere che dagli anni ’60 ad oggi i suicidi sono aumentati di ben il 300 per cento.
I due casi specifici. Il detenuto rinchiuso nel carcere milanese di Opera stava scontando l’ergastolo, era originario delle Filippine; si è messo una corda al collo e si è impiccato profittando del fatto che il compagno di cella era uscito per la quotidiana passeggiata.
L’altro suicidio a Lecce; doveva scontare solo tre anni, ma evidentemente gli sono sembrati un qualcosa di insostenibile, e ha deciso di farla finita. È il secondo suicidio in pochi giorni, che si verifica a Lecce, e questo probabilmente significa qualcosa, per quel che riguarda la situazione all’interno del carcere; e infatti i sindacati della polizia penitenziaria ci fanno sapere che in quel carcere la situazione igienico-sanitaria è drammatica, a causa del sovraffollamento: i posti disponibili sono 660, i detenuti sono 1.400, più del doppio.
Ristretti Orizzonti ha elaborato dati statistici ufficiali (fonte ministero della Giustizia), da cui si ricava che dal 2000 a oggi si sono tolti la vita 568 detenuti; tra il 1960 e il 1969 sono stati “solo” cento. Tra le possibili spiegazioni per questa drammatica impennata, il fatto che quarant’anni fa i detenuti erano prevalentemente criminali professionisti, che mettevano in conto di poter finire in carcere, ed erano pronti a sopportarne i disagi. Oggi buona parte della popolazione detenuta è costituita da immigrati, tossicodipendenti, malati mentali, spesso fragili psichicamente e privi delle risorse caratteriali necessarie per sopravvivere al carcere. Non so se sia la spiegazione esatta, ma credo ci sia del vero.
E veniamo ai Verdi, alla loro iniziativa di una petizione – radicale – che non sa di essere tale. Invitano a sottoscrivere una petizione per il taglio delle spese militari in Italia. Ottima cosa. Si chiede di rinunciare a nuovi caccia bombardieri, navi da guerra, e quant’altro, e investire gli almeno 29 miliardi di euro in altro: «L’Italia non ha bisogno di cacciabombardieri e navi da guerra, usiamo quei 29 miliardi per affrontare la crisi ed evitare il disastro sociale», dice in sostanza la petizione di Angelo Bonelli e dei Verdi.
Petizione che si apre con una parola d’ordine che è di casa: “Svuotare gli arsenali, riempire i granai”, qualche radicale di pelo grigio ne avrà memoria. «Noi Verdi», dice Bonelli, «facciamo nostra una frase dell’amato presidente Pertini che la disse in un momento di difficoltà». È vero, la pronunciò Pertini, ma non in un momento di difficoltà; era anzi un momento di letizia e di speranza. La disse rivolto ai radicali e ai partecipanti della prima marcia di Pasqua contro lo sterminio per fame nel mondo. Roba di trent’anni fa; sarà per questo che Bonelli e i verdi non ne fanno cenno, è possibile che neppure la conoscano la storia di quella frase. Diciamo che è un altro pezzo della nostra storia che viene fatta “loro” da altri. Non è la prima volta, non sarà l’ultima.
Quello che forse Bonelli non sa, è chi è l’autore vero di quell’imperativo: “Svuotare gli arsenali, riempire i granai”. Non è Pertini, che a sua volta la riprese. Quella frase e quell’appello venne per la prima volta pronunciata, nel 1953, da un generale americano, poi diventato presidente degli Stati Uniti, un repubblicano anomalo: Dwight Eisenhower (foto), che a fine mandato, lasciò una sorta di testamento politico, e denunciò i pericoli del complesso militare industriale: «Ogni cannone che viene costruito, ogni nave da guerra che viene varata, ogni razzo che viene preparato rappresenta un furto a coloro che hanno fame, a coloro che hanno freddo e non hanno da coprirsi…». Un pericolo allora, e ancor più minaccioso oggi; e quante volte Marco Pannella lo evidenzia e lo denuncia. Prima o poi – speriamo prima di poi – ci arriveranno anche i Verdi e tutti gli altri.
Valter Vecellio
va.vecellio@gmail.com
(da Notizie radicali, 14 giugno 2010)