Operai sui tetti
Arroccati su un carroponte
in un vuoto verticale
mentre respira tutt'intorno
la speculazione finanziaria e immobiliare
con cemento, derivati e denaro virtuale.
Non è più tempo di compagni,
è solo il tempo del profitto,
la bandiere rosse rimosse
e rimesse definitivamente a posto
- nelle cantine, nei solai, nel cuore -
ora è solo il tempo del profitto
fine a sé stesso: non lo sapete forse voi,
operai sui tetti, operai dalle mani callose,
gruisti abituati alle altezze,
manovali e muratori rotti a ogni fatica?
Questo è il tempo del profitto
che si autogiustifica, del potere politico
che si autocertifica, della speculazione
che si autogratifica: uni e trini.
Che cosa potete insegnare oggi, voi,
con quest'azione ideale, voi,
operai sui tetti, operai dalle mani callose,
gruisti abituati alle altezze,
manovali e muratori rotti a ogni fatica?
Neppure le televisioni verranno più a trovarvi,
non siete degni neanche di fare da comparsa
al più miserabile dei reality show
o a una sit-com o a un'isola dei non famosi;
le vostre mani callose, i corpi smagriti,
i vostri volti rugosi non hanno charme:
sono fuori del tempo, fuori dai giochi.
Quel tempo e quel gioco che si chiamano
profitto, quell'oscura avventura che si chiama
speculazione, quella torbida politica
che ghigna feroce.
Mentre le spiagge sono invase e invasate,
mentre le automobili viaggiano
su autostrade di delirio e assolate,
mentre i poveri sono sempre più poveri,
e la patria un'immensa prigione mentale,
voi siete arroccati su un carroponte
in un vuoto verticale
mentre respira tutt'intorno
la speculazione finanziaria e immobiliare
con cemento, derivati e denaro virtuale.
Voi, operai sui tetti, operai dalle mani callose,
gruisti abituati alle altezze,
manovali e muratori rotti a ogni fatica.
Più non sventolano
le rosse bandiere dell'ideale:
esse giacciono sepolte
nelle cantine, nei solai, nel cuore.
Alberto Figliolia
(Da Poesie scelte, Albalibri, 2010)