Vivo questo momento soffocante con una sensazione di impotenza. Ho di fronte appelli, decine di proposte di manifestazioni e di rivendicazioni sindacali contro la manovra e i tagli al pubblico impiego, molte richieste di partecipazione attiva e dovrei avere la sensazione che qualcosa si muove, che qualcuno, come me, è preoccupato e sente l'urgenza di sottrarsi a questo acuto silenzio in cui viviamo ma, in realtà, sono anche atterrito da queste divisioni, dai mille distinguo e dalle centinaia di interpretazioni della situazione che stiamo vivendo.
Non è forse giunto il momento di convocare qualcosa di unitario, qualcosa che accomuni tutti/e noi (salvaguardando le sacrosante differenze)?
Se dovessi aderire ad ogni sciopero convocato nell'ultimo periodo (parlo della scuola) mi ritroverei senza uno stipendio. Insomma mi chiedo se non si possa una buona volta fare qualcosa di unitario e sensato.
È la stessa esigenza che sento, quando vado in edicola per comprare un quotidiano, e mi ritrovo a dover decidere a chi devolvere il mio obolo fra i giornali della sinistra... insomma, abbiamo il coraggio di unire l'esistente e farlo diventare un po' più incisivo e diffuso?
Aderiamo all'appello dell'ANPI. Spero che almeno su quel terreno sapremo convogliare senza troppi deleteri distinguo.
Davide Dodesini