Bravo! Straordinario, aggiungerei. Le coincidenze non si possono prevedere, ma l’accoglienza che hanno dato i newyorkesi ai due artisti cubani Alicia Alonso (foto) e Silvio Rodríguez – quasi in simultanea – dimostra una volta ancora che i rapporti tra i due Paesi possono fare un passo avanti e che il conflitto di oggi può essere superato dalla storia. Non sono stupido, so riconoscere il tira e molla che ha creato questo clima negativo tra le due nazioni, specialmente negli ultimi 50 anni, e di cui noi, che appena arriviamo a quest’età, non abbiamo colpa. Parlo di quelli che stanno qui e quelli che invece vivono dall’altra parte. Senza dubbio la riconciliazione delle relazioni tra Cuba e il suo vicino del Nord ha un significato per i cubani che è molto di più che solo sognare e difendere.
Ho il presentimento che le parole di Alicia Alonso pubblicate sulla stampa ufficiale, facciano capire che l’ovazione che le è stata concessa a New York è maggiore di quella che alcuni di noi che viviamo qui le abbiamo dato. Alicia, ti ammiro, pur essendo abbastanza ignorante nel campo del balletto, ma reputo come un grande valore questa arte che è la danza che tu porti avanti e che ti identifica come un eccelso esponente anche al di là dei nostri confini. Se talvolta hai attaccato ciò che io difendo e hai denigrato la causa che io porto avanti dalla prigione, dimenticalo. Anche questo lo accetto e lo rispetto. Si tratta di un diritto del quale io sarei incapace di vietarti. Grazie signora! Sarò sempre contento che la tua arte si estenda su quest’isola e in tutti i palcoscenici del mondo.
Siamo anche al corrente del viaggio di Silvio Rodríguez. Nessuno deve pensare che soltanto a causa dell’identificazione di questo trovatore con il governo cubano, questo evento sia stato lasciato in secondo piano. Molti saranno d’accordo con me nel riconoscergli un valore artistico e doti innegabili di compositore. Il pubblico cittadino attivo gli ha dimostrato che per loro la cultura e la politica risultano un’arma a doppio filo. Non usandole con onestà, possono rivelarsi come la fine di qualsiasi buona intenzione. Lo hanno elogiato, applaudito, hanno cantato con lui e hanno anche accettato e rispettato il commento che ha dedicato ai 5 uomini prigionieri negli Stati Uniti e che lui stesso considera eroi.
Silvio, non posso né devo smettere di ricordarti che anche se sono un fedele sostenitore delle tue canzoni – nelle quali a volte dici molto, altre volte nulla – anche se capisco e seguo i tuoi testi, il 25 Gennaio 2008 mi è stato privato il diritto di godere del concerto che hai offerto, insieme ad altri artisti, nella prigione provinciale di Canaleta, a Ciego de Ávila. Sai perché, Silvio? Per essere un prigioniero politico e di coscienza, le autorità del carcere non mi permisero di uscire dalla mia cella per ascoltarti. Non voglio nascondertelo. Ammiro molto il tuo talento e ammiro la tua creazione poetica. A proposito, che hai voluto dire quando hai manifestato la volontà di eliminare la “r” di Rivoluzione? L’età ti sta trasformando in un uomo incoerente? O in un arrivista, che nuota verso dove lo spinge la corrente.
Alla popolazione di New York, grazie, grazie tante, per l’amore verso Silvio e Alicia. Oggi posso piangere di felicità, non di tristezza come feci quel fatidico 11 Settembre 2001 quando si sgretolarono le torri gemelle a seguito del terribile attentato terrorista. Quando l’odio, il fanatismo e l’errore hanno distrutto la vita di molti vostri connazionali. Grazie, sì, grazie di cuore per la gentilezza verso questi due cubani.
Pablo Pacheco Avila
(da Voce tra le sbarre, 07/06/2010 - “¡Gracias New York!”)
Traduzione di Barbara La Torre
www.barbaralatorre.net