Siamo tra coloro che hanno sempre guardato con attenzione alle coraggiose prese di posizione di Fini e dei finiani in materia di legalità e di contrasto alle mafie. Non sono mancati neppure momenti nei quali comuni amici hanno coltivato l'illusione che Fini fosse l'unica vera opposizione, il suo dito puntato contro il sultano aveva suscitato tante illusioni.
Sarà bene, per il futuro, essere è più cauti ed esercitare una laica prudenza.
Quanto è accaduto sulla legge bavaglio rappresenta una sconfitta secca per le ambizioni e per i progetti futuri del presidente della Camera. Se il testo, come pare, sarà blindato e si ricorrerà al voto di fiducia la pattuglia finiana piegherà il capo e sarà costretta a dire sì. Dirà sì ad una nuova legge porcata, ad una norma illiberale che si propone di contrastare l'azione di legalità e di colpire a morte il diritto di cronaca.
Non ci sono alibi o giustificazioni che tengano, se davvero Fini e i suoi voteranno per questo bavaglio non sarà possibile fingere di non aver visto o sentito nulla.
Sarà una sconfitta secca per il parlamento, per l'Italia, ma anche per le ambizioni di Fini di poter diventare un moderno leader di uno schieramento dei diritti e delle libertà.
Oscurare tutto e tutti, questa è l'ossessione di un sultano che, ancora in queste ore, ha manifestato il suo disprezzo per la Costituzione e per le regole: “non si può governare rispettando la Costituzione”, “Non firmerò il contratto di servizio perché ci sono trasmissioni che mi attaccano”, queste le ultime perle di una lunga inquietante collana. Come se non bastasse il direttore generale Masi ha già fatto sapere che tenterà comunque di chiudere “Annozero” e di allontanare Serena Dandini, esattamente come avevano reclamato Berlusconi e il suo fidatissimo vice Paolo Romani. Cosa farà in questo caso il consigliere di amministrazione della Rai Gugliemo Rositani, già parlamentare di An, amico di Fini, piegherà il capo anche lui? Firmerà tutto in cambio di qualche strapuntino al bar di viale Mazzini? Sino a quando continueranno ad accettare la puntuale esecuzioni del piano a suo tempo progettato dalla loggia P2?
Naturalmente continuiamo a sperare di essere smentiti dai fatti e che, anche all'ultimo secondo utile, Fini e i suoi vogliano ritrovare la parola e la volontà politica per far deragliare il treno della vergogna, nel frattempo cerchiamo di unire quanti, partiti, sindacati, movimenti, singoli cittadini, hanno deciso da tempo di dire no al bavaglio e di progettare tutte le azioni possibili per disattivare la norma, se e quando sarà approvata.
A colpi di voti di fiducia riusciranno a portare a casa la norma promessa alle cricche di ogni natura, a noi spetta il compito di avere e dare fiducia a tutti quei cittadini che non vogliono arrendersi, proprio per questo ci sembra giusto rompere gli indugi e promuovere una grande manifestazione nazionale contro i tagli e i bavagli, capace di mettere insieme la questione democratica e la questione sociale, di unire quanti vogliono opporsi alla macelleria sociale, politica, etica.
Lo chiediamo in primo luogo a tutte le forze politiche, a tutte le associazioni che hanno promosso la giornata per la libertà di informazione dello scorso 3 ottobre in piazza del popolo, altrimenti ci convocheremo lo stesso, perché ci sono momenti nei quali non è proprio possibile né attendere, né rinviare a giorni migliori, che ci saranno solo e soltanto se riusciremo a fermarli prima che sia troppo tardi.
Giuseppe Giulietti
(diffuso da R-esistiamo, 9 giugno 2010)