Nella nuova legge finanziaria ci sono molte cose buone, ma altre sembrano buttate giù di fretta, senza ragionare sulle conseguenze, oppure si notano già troppe marce indietro, rischiano di vanificare sprechi e risparmi. Qualche esempio?
1) Il prof. Salvatore Zecchini (foto), presidente dell’“Istituto per la Promozione industriale”, giustamente si lamenta da Helsinki - dov’era per un convegno internazionale - di aver appreso solo leggendo i giornali della soppressione del suo Ente nelle pieghe della recente manovra finanziaria. “Cosa devo dire adesso ai miei quasi 300 dipendenti?” È un problema, come lo è però anche capire cosa servissero 300 dipendenti in un Ente di cui pochi conoscevano l’esistenza e soprattutto l’utilità visto che l’IPI dovrebbe come fine istituzionale «Trovare le strategie per ottimizzare risorse e incentivi pubblici a favore delle imprese». Oltre che (leggo sul suo sito) «In quanto struttura in house del Ministero, la sua azione si inquadra a supporto dell’intero processo sotteso all’intervento pubblico di settore, sia nell’ambito della definizione delle politiche che in quello dell’assistenza tecnica alla programmazione e attuazione dei programmi e degli interventi». (??!!). Il tutto svolto nella sede di Roma e nella succursale di Napoli. Il problema è che se questo Istituto è una succursale ministeriale temo che i 300, forse non più “giovani e forti”, ce li ritroveremo comunque per anni a spese della pubblica amministrazione…
2) Stupendo: con la nuova manovra finanziaria viene abolito il “gettone di presenza” dei consiglieri comunali che – per un piccolo capoluogo come Verbania – era di circa 30 euro netti a seduta di consiglio o commissione, in media 80 euro al mese.
Bene? Mica tanto: oggi i consiglieri potrebbero in alternativa pretendere «Fino al 20% dell’indennità lorda del sindaco» ovvero circa 800 euro al mese. Nel caso di specie io il sindaco lo faccio gratis stante l’indennità parlamentare e quindi si potrebbe sostenere che il 20% di zero è sempre zero, ma resta il fatto che questo 20% è comunque una riduzione rispetto al 33% in vigore fino ad oggi. Ergo, ci sono comuni in Italia dove fare il consigliere comunale è una vera e propria professione, indipendentemente dalle condizioni economiche dell’ente. Piacerebbe sapere quali e quanti siano questi comuni, in quali regioni e per quali importi, e magari (come avveniva a Taranto) se il comune - che pur pagava profumatamente consiglieri comunali e circoscrizionali - non fosse in completo dissesto finanziario…
3) Partiti Politici: alla fine la montagna partorisce il topolino? Per i partiti politici la riduzione dei fondi pubblici non sarà del 50% come paventato all’inizio, ma solo del 10%. Una vergogna visto che a parte la pacchia dei giornali di partito che non legge quasi nessuno (o di ex partiti: c’è ancora La voce repubblicana debitamente sovvenzionata) tutti i partiti politici hanno speso somme folli e relativamente inutili in campagne elettorali costosissime e che obbiettivamente potevano essere molto più contenute. Capisco eventuali debiti pregressi e cautelati presso le banche con i presunti introiti futuri, ma una energica cura dimagrante è assolutamente necessaria anche perché le strutture di partito come quelle di una volta non ci sono più e comunque una maggiore austerity è obbiettivamente necessaria. Il tutto senza dimenticare che gli italiani in più referendum hanno detto “no” al finanziamento pubblico e l’attuale sistema è un’autentica “furbata” per dribblare la legge e soprattutto la volontà della gente. Non si può chiedere sacrificio al prossimo e dimenticarlo di farlo a casa propria!
Marco Zacchera
(da Il Punto esteri, 6 giugno 2010)