Provo a dire il mio orrore col minor numero di parole possibile.
Un commando armato della marina militare israeliana ha assalito in acque internazionali un convoglio di imbarcazioni che recavano aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Ha ucciso delle persone. Ha sequestrato le imbarcazioni ed i superstiti.
È stato commesso un atto di pirateria. È stata commessa una strage. È stato commesso un illecito sequestro di beni e un rapimento di persone. La marina militare dello stato di Israele ha commesso un crimine atroce e insensato.
Nelle successive dichiarazioni di personalità rappresentative dello stato di Israele si sostengono, se ben intendo, tre cose: a) che le vittime dell'arrembaggio resistevano all'aggressione; b) che sulle imbarcazioni c'erano delle armi; c) che tra gli aggrediti vi erano sostenitori di Hamas.
In merito vorrei osservare che: a) resistere a un'aggressione è diritto di ogni persona aggredita; b) anche se vi fossero state armi sulle imbarcazioni ciò comunque non giustifica né un atto di pirateria in acque internazionali né, tantomeno, una strage; c) il fatto di essere sostenitori di Hamas (organizzazione che ritengo criminale, razzista e fascista, come - mutatis mutandis - la Lega Nord in Italia) non può essere un motivo per essere assassinati.
Sono un antifascista: mi sta a cuore l'esistenza dello stato di Israele e mi sta a cuore l'esistenza di uno stato palestinese. Uno stato di Israele libero, sicuro, democratico. Uno stato di Palestina libero, sicuro, democratico.
Sono un antifascista: come ci ha insegnato il nostro comune maestro René Cassin occorre difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Sono un antifascista: la guerra è nemica dell'umanità, il terrorismo è nemico dell'umanità.
Vi è una sola umanità.
Beppe Sini
(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 1° giugno 2010)