Riportiamo il testo dell'appello che i senatori Donatella Poretti, Marco Perduca ed Emma Bonino hanno inviato oggi a tutti i senatori.
Tenere aperti i microfoni
mantiene accesa l'attenzione
e impedisce gli insabbiamenti,
consente a chiunque di farsi un'idea
Sostieni i due emendamenti al comma 26, articolo 1, AS 1611 che lo impediscono.
Il primo -em. 1.416- ripristina l’articolo 147 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale con le quali Giuliano Vassalli disciplinò le riprese del dibattimento rimettendo nelle mani del giudice la valutazione dell'interesse sociale particolarmente rilevante e l'altro -em. 1.418- che nell'ipotesi in cui si volesse dare priorità alla privacy e alla tutela dell'onore dei testi e dell'imputato si preveda la possibilità, per il giudice, di autorizzare la sola trasmissione radiofonica, senza immagini.
In nome del popolo italiano, ma a microfoni spenti!
«Pubblici siano i giudizi e pubbliche le prove del reato» ammoniva Beccaria sottolineando come il segreto fosse «il più forte scudo della tirannia». Il nostro Codice di procedura penale ha tradotto questo monito nell'articolo 471 «L’udienza è pubblica a pena di nullità». Poter accedere direttamente in un aula e assistere ad un processo via etere e seguire integralmente il dibattimento comporta una trasparenza e una possibilità di conoscenza e informazione che permette un effettivo controllo da parte dei cittadini.
Si apprende come funziona la giustizia in generale e come evolvono i singoli casi giudiziari, il comportamento e le capacità degli attori professionali del processo, giudici, pm e avvocati. Tenere aperti i microfoni mantiene accesa l'attenzione e impedisce gli insabbiamenti, consente a chiunque di farsi un'idea e con quella di schierarsi eventualmente tra gli innocentisti e i colpevolisti, sentire le voci e in alcuni casi i volti, dei protagonisti permette di percepire l'ambiente e il clima sociale, culturale e politico degli eventi. I vantaggi sono evidenti: controllo dell'attività dei giudici, diffusione della conoscenza sul sistema legale nel suo funzionamento pratico.
Radio Radicale dal 1975 ha registrato, mandato in onda e oggi mette a disposizione sul sito Internet 15.599 udienze di processi senza nessun taglio né selezione, nessuna mediazione giornalistica. I vari gradi del processo Andreotti o di Tortora, i maxi processi a Cosa Nostra, le stragi di Ustica, quello dell'omicidio di Marta Russo, i processi Parmalat o quelli Calciopoli, solo per fare alcuni esempi di una parte della storia italiana. È lo stesso modello adottato per le sedute del Parlamento, è l'università popolare, è il conoscere per deliberare.
Tutto questo è a rischio per l'incomprensibile norma che in attimo chiuderebbe le porte delle aule giudiziarie lasciando fuori quel popolo italiano in nome del quale vengono emesse le sentenze.
Grazie dell'attenzione
Donatella Poretti, Marco Perduca, Emma Bonino