E la nostra muore o no?
Se dovesse sparire finendo sotto Lecco si tratterebbe di una mostruosità culturale.
Le distanze.
Le province, quelle sì, che vanno soppresse.
E poi la costituzione…
Province sì, Province no. L'autorevole sondriese Ministro dell'Economia ha dichiarato che non verranno soppresse ma intanto il testo dell'art. 5, così come uscito e finito sui giornali è lapidario, e senza eccezioni. Mettiamoci pertanto nella logica della soppressione contestandone la validità per quanto ci riguarda.
La provincia ('p' minuscola) di Sondrio è stata definita dal prof. Alberto Quadrio Curzio vera e propria 'Regione alpina'... 3.212 kmq di territorio che si sviluppa su un ampio arco alpino. La distanza tra il Passo dello Spluga, confine svizzero, punto estremo NW della provincia, e il Ponte del Gallo, punto estremo NE della provincia è infatti di ben 232 km. Considerando l'altimetria e i conseguenti km virtuali siamo ad una equivalenza con territori di pianura intorno a 300 km.
Non ci sono poi solo le distanze che peraltro parlano da sole come più avanti si vedrà. C'è una unità sostanziale socio-economica-antropica, profondamente diversa rispetto alle Province confinanti. La specificità territoriale è d'altronde evidentissima sol che si consideri che la provincia è interamente montana, per circa il 50% a quote superiori ai 2000. Senza considerare la Valchiavenna, nella sola Valtellina, bacino di 2.598 kmq il quarto fiume d'Italia, l'Adda, scorre per 125 km ricevendo 105 affluenti, parte di un sistema idrico che conta 1.533 km di corsi d'acqua con bacini idroelettrici che hanno una capacità d'invaso, quelli valchiavennaschi compresi, pari al fabbisogno idrico di Milano per qualche anno.
Competenza principale delle Province, in ogni caso di quella di Sondrio per le caratteristiche territoriali, è la pianificazione territoriale. È una mostruosità culturale prima che politica pensare che domani la cabina di regia di questa pianificazione sia sulle rive ultime, in giù, del Lario e comunque fuori dal perimetro di questa vera e propria 'Regione alpina'.
Le distanze
Nell'ipotesi che la Provincia di Sondrio venga soppressa, anche se per Decreto verrebbe prevista la possibilità per i Comuni di pronunciarsi, non ci sono molte scelte per i 78 di Valtellina e Valchiavenna, salvo che non vi sia un'adesione in blocco alla confinante provincia di Bolzano per entrare in una Regione a Statuto Speciale…
A parte dunque Bolzano, raggiungibile d'estate via Stelvio a quota 2758 m. slm (190 km) e sempre attraverso i passi Aprica, Tonale, Mendola (192 km ma ore e ore per arrivare) con Sondrio confinano Brescia, Bergamo, Lecco, Como.
Bergamo e Como sono da escludersi. Bergamo perché pur distando in linea d'aria solo una sessantina di km è a distanza operativa, sia stradale che ferroviaria, più rilevante rispetto alle altre Province. Discorso analogo per Como.
Restano Brescia e Lecco.
- Brescia. Il Comune valtellinese più vicino è Aprica, a 115 km, sei di più di quelli da coprire per raggiungere Lecco.
Qualche cenno per i Comuni più vicini a Brescia: Tirano 134, Teglio 135, Grosio 151, Bormio 176, Valfurva 179, Livigno 212. Sempre peggio i Comuni a scendere la Valle, con Sondrio a 145 e via via gli altri.
- Lecco. Si salva qualche comunello della Bassa Valle che ha distanze equivalenti per Lecco e Sondrio. Poi le distanze salgono. Chiavenna è a 65 km, Morbegno a 55, Sondrio a 80. Da Sondrio in su: Teglio 98, Tirano 105, Bormio 143, Valfurva 146, Livigno 179, con due passi oltre i 2000 metri.
Le Province da sopprimere
Ce ne sarebbero, magari partendo da quelle recentemente inventate dalla Regione Sardegna.
E sono:
- Milano, Roma, Napoli, Torino ecc. Si tratta delle principali città italiane per le quali da oltre 30 anni si parla della soppressione delle Province, oggi di fatto 'schiacciate' dai Comuni capoluogo, creando 'l'area metropolitana' con i Comuni-cintura. Molti avversari delle Province fondano la loro proposta di soppressione sic et simpliciter avendo come modello di riferimento queste Province che effettivamente sono una Istituzione superata in queste realtà (basti pensare che il Comune di Milano che nel territorio comunale non riesce a trovare tutti gli standard che gli servono!
- Le Province-doppioni. Non si possono chiamare diversamente quelle tipo Pescara e Chieti separate da soli 18 km. o Livorno e Pisa. Tra loro 22 km mentre fra Ravenna e Forlì ce ne sono 28. S'intende che le cose devono essere viste in profondità perché c'è situazione e situazione come dimostra il caso di Monza che è a un tiro di schioppo da Milano eppure ha una sua fondamentale ragion d'essere.
Esigenza di cultura istituzionale
La vicenda attuale, in una con le ricorrenti campagne per l'abolizione delle Province dimostrano l'esigenza di una cultura istituzionale. Non ne è figlia una norma che sbrigativamente e rozzamente stabilisce il più facile dei criteri, quello della popolazione, dimenticando il territorio. Superficialità grossolana come quella dei fautori della abolizione tout court neanche ponendosi il problema di come risolversi il problema di 1.546 Comuni lombardi che dovrebbero vedersela tutti con il Pirellone (1.546!), quando oggi il rapporto è più gestibile con la Provincia avendosi 78 Comuni con Sondrio, 139 con MI, 244 con BG, 206 con BS, 162 con CO, 115 con CR, 90 con LC, 61 con LO, 70 con MN, 50 con Monza, 190 con PV, 141 con VA.
Dulcis in fundo: la Costituzione
In fondo ricordiamo l'art. 133 della Costituzione: «Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione».
Per mandarci con Lecco, o altrove, certo, lo Stato lo può fare. Visto l'art. 133 lo può fare con legge costituzionale, magari emendando quel “su iniziativa dei Comuni” con “sentiti i Comuni”, cosa che ovviamente non ci piacerebbe punto.
Alberto Frizziero
(da La Gazzetta di Sondrio n. 14/2010, agg. 27/05/2010)