Intervento in Aula della senatrice Donatella Poretti durante la discussione del disegno di legge (2144) recante temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania
Signora Presidente, l'ordine del giorno G101 affronta un argomento che secondo me è utile esaminare e chiedo attenzione al Governo. Certo non mi esimerò anche dall'intervenire nel dibattito che si è aperto, perché è un gioco di rimpalli. Capisco, senatore Villari, le aspettative - non solo le sue - politiche ma anche pratiche, probabilmente, di alcuni cittadini campani che volevano vedersi condonato l'abuso, però, davvero mi chiedo, politicamente e culturalmente, che messaggio stiamo mandando. Chi si costruisce una casa rispettando le norme, quindi chiedendo tutte le autorizzazioni (certo è complicato, certo la burocrazia è tanta) lo fa però seguendo appunto delle regole; chi invece costruisce la casa dalla sera alla mattina, durante la notte, quei vincoli non li rispetta, quelle autorizzazioni non le ha.
Credo che a maggior ragione in un territorio come quello della Campania sia due volte devastante e pericoloso, non solo quindi da un punto di vista culturale del messaggio che si invia (le regole ci sono, però, certo, se poi qualcuno non le rispetta non importa, perché tanto poi arriverà un condono, o un decreto, o un condono-decreto, o chissà cos'altro), ma è pericoloso anche da un punto di vista pratico, di quello che comporta un'abitazione abusiva in un territorio come quello campano, in particolar modo, per esempio, in quelle località dove vi è il rischio di un'eruzione vulcanica, dove vi è la possibilità che un vulcano si risvegli, in quanto poi bisogna anche evacuare un territorio. Dipende, certo, dalla portata dell'eruzione, dall'intensità, ma sicuramente avere delle costruzioni abusive che non rispettano alcun vincolo e che impedirebbero anche le vie di scorrimento e di evacuazione, credo sia una questione da prendere in considerazione, su cui porre l'attenzione prioritariamente, al di là e prima di pensare all'esigenza abitativa, che in alcune località è evidente che esiste.
L'ordine del giorno che abbiamo presentato, e su cui chiedo l'attenzione del Governo, si riferisce ad un ospedale che è stato costruito nel quartiere Ponticelli di Napoli. Non è un edificio abusivo: è stato costruito - immaginiamo - con tutti i permessi. La cosa curiosa è che è stato costruito a 8 chilometri dal centro del vulcano.
Questo Ospedale del Mare, che dovrebbe essere uno dei più grandi dell'Italia meridionale - 4.050 posti di letto e 190 milioni stimati - si trova attualmente nella zona gialla, ossia in quella zona che nella migliore delle ipotesi è da evacuare; nella peggiore delle ipotesi, si trova nella zona rossa. Premetto che le zone rossa e gialla a Napoli, intorno al Vesuvio, non sono state fatte con il compasso, cioè partendo dal centro del vulcano e facendo un cerchio, nel senso che dai 10-12 chilometri è la zona rossa, oltre è la zona gialla: le zone sono state fatte seguendo i confini amministrativi. Di conseguenza, l'Ospedale del Mare si trova a 8 chilometri dal centro del vulcano; in altre parti la zona rossa si estende fino a 12 chilometri dal centro del vulcano. Fatto sta che è a 100 metri dalla zona rossa.
Attiro l'attenzione del Governo sulla circostanza se possa esistere una situazione del genere, in cui - ripeto - nella migliore delle ipotesi l'ospedale è da evacuare. Credo che l'occasione di questo decreto, che ritengo davvero devastante dal punto di vista politico e culturale, sia propizia per parlare di detto argomento.
Concludo l'intervento con un ricordo. Era l'ottobre del 1992 quando vicino Roma, ad Ostia, Marco Pannella, presidente della circoscrizione, mandava le ruspe a buttare giù gli edifici abusivi. Reputo quello il messaggio politico e culturale da inviare e non quello di riaprire condoni e di gratificare chi le case abusive ha costruito.
(Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).
Qui il testo dell'ordine del giorno approvato