La maggior parte dei cittadini della nostra provincia, leggendo sopra, condividerebbe il titolo. Invece sentiamo cosa hanno detto gli esperti che il giorno 15 novembre abbiamo avuto l’onore di accogliere in piazza Sant'Antonio a Morbegno come Carovana anti-mafie, un gruppo di persone che girano l’Italia per parlare della loro esperienza, a contatto con cittadini onesti che hanno avuto familiari uccisi dai mafiosi, molte volte solo perché hanno avuto il coraggio di opporsi o perché trovatisi, in quel momento, nel posto sbagliato.
Da molti anni, alcune associazioni, che rappresentano la cosiddetta società civile (anche se tutta la società dovrebbe essere civile), si sono resi conto che non basta dirsi civili: se si vive in una nazione dove non tutte le persone possono vivere in un ambiente dove le regole sono dettate da leggi democratiche, in cui tutta la società si riconosce, non possiamo dire di vivere in una società libera, democratica e civile. Libertà e democrazia, che per noi sembrano scontate, i nostri padri le hanno conquistate con il sangue, le hanno lasciate a noi in eredità, ma come tutte le eredità hanno bisogno di essere seguite per aumentarne il valore. L’informarsi e il partecipare per poi prendere le decisioni: senza questo la democrazia si annulla pian piano. Ritornando al titolo, Mafia, noi del Nord ci siamo assuefatti, la sentiamo lontana: “che si arrangino”, “s’ammazzino pure tra di loro”. Non possiamo più scusarcene così! Tutti i giorni, in alta Italia, ci sono degli arresti di persone colluse con la Mafia, capitali mafiosi si inseriscono anche in imprese che, non avendo finanziamenti dalle Banche, per resistere alla crisi, accettano finanziamenti di dubbia provenienza. Questo lo dicono anche i sindacati, che hanno la mappa aggiornata del mondo del lavoro e anche da noi, in provincia di Sondrio, abbiamo dei segnali di questi tipo. La “piovra”, con i suoi immensi capitali, approfittando della grave crisi, allunga i suoi tentacoli per introdursi nei mercati di tutto il paese ed anche all’estero. Quando la crisi, speriamo presto, finirà (anche se come prima non si tornerà più, se vogliamo vivere in un mondo più giusto più adatto all’uomo, dovremmo dare un po’ di spazio a chi è restato indietro vivere una vita più sobria e adattarci ad una economia più lenta), la Mafia si troverà padrona di una grossa fetta di un mercato drogato, che farà concorrenza agli onesti; sarà un potere che rafforzerà altri poteri sempre più “su”. Io penso che i “su” di oggi, che sono delegati a fare le leggi, debbano cominciare a essere più chiari, a evitare di farle per agevolare i capitali sommersi a entrare nei mercati, senza sapere la loro provenienza, a non dare alle mafie il modo di riacquistare i beni a loro sequestrati, se non vogliono farci pensare a complicità con il malaffare.
Gli adulti hanno il dovere di consegnare ai giovani un mondo migliore e i giovani hanno il diritto di averlo. Se si usa una metafora, siamo attaccati da un virus maligno che ha già ammorbato parti del corpo; se permettiamo che si diffonda ancora di più nelle parti vitali del nostro paese, saranno anni bui. Questi nostri amici ci hanno portato la formula per fare il vaccino, ora tocca a noi metterlo nelle provette e trovare dei bravi infermieri che lo iniettino nella società. Se si vuole, la formula è anche semplice: prima informarsi per capire meglio il fenomeno, partecipare per far sentire la nostra solidarietà, poi unirsi per poter sensibilizzare meglio le persone che, non per loro colpa, non vengono raggiunte da queste notizie; specialmente verso le giovani generazione, che sono le più esposte alle tentazioni di avvicinarsi alle droghe per sentirsi più forti, rovinando loro e le loro famiglie e sostenendo così questo subdolo mondo. Giorgio Gaber, con la sua bellissima canzone, ci indica la formula: la libertà e la democrazia si conquistano con la partecipazione. Le associazioni che hanno partecipato all’organizzazione delle Carovane anti-mafie hanno a disposizione una nutrita serie di documentazione che fanno capire meglio la gravità del fenomeno “Mafia”.
Oltre a Libera, la più conosciuta, aderiscono all’iniziativa: ACAT, Agenzia per la Pace, ANPI, ARCI Sondrio, Ass. Cult. “Primo Levi” Circolo Arci, Centro di Documentazione Rigoberta Menchù, CGIL, CISL, Circolo ARCI “Il Contatto”, Circolo Arci Demos, Coordinamento Provinciale Banca Etica, ISSREC Ist. Sondriese Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, La Centralina, LEAL-VEG Sondrio, Punto Pace, WWF Valtellina e Valchiavenna, Usciamo dal Silenzio, LAVOPS e Auser Sondrio.
Giuliano Luzzi
(da 'l Gazetin, gennaio-febbraio 2010)