C'è un attivismo asimmetrico nell'azione del Governo in fatto di privacy. Sta portando avanti un provvedimento sulle intercettazioni telefoniche (e non solo) che è il contrario di quanto ha fatto sui call center del telemarketing, dove ha legalizzato i reati che da anni questi operatori hanno compiuto ai danni degli italiani, utilizzando numeri di telefono acquisiti illegalmente.
Il ddl intercettazioni «restituisce pari dignità al diritto alla riservatezza, al diritto di cronaca ed al diritto-dovere di indagine», spiega il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. È bravo il nostro ministro! Capace di mediare (a parole) tra diritto alla privacy, libertà di stampa e diritto all'informazione, oltre all'obbligo per le autorità di perseguire i reati.
Ma Alfano, delle violazioni della privacy, se ne accorge solo quando eventuali abusi coinvolgono i potenti. Non ricordiamo, infatti, interventi a difesa della privacy di milioni di italiani non-potenti, molestati dai call center a tutte le ore della giornata. Anzi, i parlamentari della maggioranza governativa hanno ostacolato l'azione del Garante della privacy, approvando leggi e leggine che hanno consentito ad autori di reato (come ipotizzato dal Garante) di continuare “tecnicamente” a delinquere. Dopo una serie di avvertimenti, nel settembre 2008 il Garante scrive:
«le aziende e le compagnie telefoniche che hanno acquistato i dati e li hanno utilizzati a fini di marketing telefonico, non si sono preoccupate di accertare, come prevede la disciplina sulla protezione dei dati, che gli abbonati avessero acconsentito alla comunicazione dei propri dati e al loro uso a fini commerciali. La mancata inosservanza del divieto dell'Autorità espone anche a sanzioni penali». (vedi qui)
Un avvertimento tardivo, ma perentorio. Così, in soccorso di chi non ha rispettato le norme, interviene la maggioranza governativa che fa approvare varie proroghe, consentendo a chi non ha rispettato la privacy degli italiani di continuare a molestarli.
La doppiezza dei governanti italiani non è una novità, ma della doppia privacy se ne deve fare a meno!!
Visto quanto affermato dal vice sottosegretario Usa alla Giustizia, Lanny Breuer, sull'essenzialità delle intercettazioni per la lotta alla mafia, potremmo chiedere agli americani di liberarci da chi fa il contrario, come fecero nel 1943. Ma per il momento, siccome ci interessa la certezza del diritto più che la “politica politicante”, chiediamo al Governo, nell'ambito delle sue interpretazioni delle norme, solo chiarezza:
- rispetto della privacy di chi parla al telefono? Bene! Sia così per tutti i cittadini, sia quelli potenzialmente delinquenti sia quelli che non vogliono ricevere a casa ogni ora un paio di telefonate per vendergli qualcosa;
- rispetto condizionato di chi parla al telefono? Bene! Intercettazioni facili per i potenziali delinquenti e telefonate a go-go dei venditori a casa della gente.
Certezza del diritto per sapere con chi si ha a che fare: per combatterli o elogiarli. La doppiezza, invece, è foriera di instabilità, incertezza e, da parte di chi prende atto che si può fare tutto e il proprio contrario, delinquenza.
Domenico Murrone, responsabile Aduc telecomunicazioni