E. Morales – Adesso parliamo di Yoani madre, la Yoani che molte volte durante questa conversazione ha parlato di suo figlio. Come pensa di affrontare la situazione una donna che ha un figlio di 14 anni?
Y. Sánchez – Mio figlio è uno dei motivi che mi ha spinto a impegnarmi nelle cose che faccio. Lo vedo crescere e verifico che si ripetono certe situazioni che hanno caratterizzato la mia vita e che mi provocano astio e dolore. Mi rendo conto che anche lui deve fare i conti con la simulazione, le parole d’ordine ripetitive e l’indottrinamento scolastico. C’è una frase che mi piace dire: La cosa che più temo è vivere con la paura. Ma più di questo temo di aver dato la vita a una creatura che debba vivere con la paura. Dovergli dire: Figlio, accetta la paura come modo di vivere la vita. Questa è una cosa che mi distrugge. Per questo dico che anche mio figlio mi ha portata al punto in cui mi trovo. Grazie al suo sguardo incisivo e alle sue domande pungenti. Nel 2003, durante la tristemente famosa Primavera Nera, io e Reinaldo abbiamo dovuto dire a Teo che una persona della sua famiglia, Adolfo Fernández Saínz, era stato incarcerato perché era un giornalista indipendente che si era espresso liberamente. Teo ha voluto saperne di più, voleva conoscere i motivi per cui era stato incarcerato. Ricordo che Reinaldo gli disse: Adolfo è in galera perché è un uomo molto coraggioso, ma la sua risposta ci fece male e giunse rapida come una freccia: Allora voi siete liberi perché siete un po’ codardi. Io scrivo un blog perché mio figlio non mi giudichi codarda. Io scrivo un blog perché quando i miei nipoti domanderanno a mio figlio cosa faceva la nonna, se stava in silenzio, mio figlio dovrà rispondere: Non ha potuto abbattere da sola il muro, ma di sicuro non è mai stata zitta.
Ernesto Morales
ernestomorales@gmail.com
Traduzione di Gordiano Lupi
10. Segue alla prossima puntata...