Diminuire lo stipendio ai parlamentari? Cominciamo a diminuire il numero dei ministri, che è più semplice perché basta un semplice atto governativo. Vediamo.
C'è il ministero della Semplificazione Normativa (Roberto Calderoli) che potrebbe essere accorpato con quello della Pubblica Amministrazione e Innovazione (Renato Brunetta); la Semplificazione Normativa, inoltre, ha un omologo sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio (Francesco Belsito), un doppione, insomma; stessa considerazione per il ministero Riforme per il Federalismo (Umberto Bossi), perché c'è già un sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio (Aldo Brancher) che si occupa del problema; il ministero per l'Attuazione del Programma di Governo (Gianfranco Rotondi) potrebbe trasformarsi direttamente in struttura della Presidenza del Consiglio; medesimo discorso vale per il ministero per i Rapporti con le Regioni (Raffaele Fitto), per quello dei rapporti con il Parlamento (Elio Vito).
Il ministero delle Politiche Europee (Andrea Ronchi) potrebbe confluire nel ministero degli Affari Esteri (Franco Frattini), quello per le Pari Opportunità (Mara Carfagna) in quello del Lavoro e Politiche Sociali (Maurizio Sacconi). Non si capisce la necessità di un ministero della Gioventù. Nel 2009 è stato re-istituito il ministero del Turismo (Michela Vittoria Brambilla). Abolito con un referendum è risorto come non si sa per quali meriti: il Turismo potrebbe essere tranquillamente accorpato con il ministero allo Sviluppo Economico. Di 10 ministeri “senza portafoglio”, insomma, se ne potrebbe salvare uno solo, quello della Pubblica Amministrazione e Innovazione.
Sempre nel 2009 è' stato re-istituito il ministero alla Salute (Ferruccio Fazio), che poteva rimanere in quello del Lavoro e Politiche Sociali; anche in questo caso non se ne ravvedeva la necessità visto che le competenze in materia di salute sono state sostanzialmente trasferite alle Regioni. L'Ambiente (Stefania Prestigiacomo) potrebbe confluire in quello dei Beni e Attività Culturali (Sandro Bondi).
In conclusione, al ministro Calderoli vorremmo dire che di fumo agli occhi il contribuente non ne ha bisogno. Quando si parla di diminuire le spese sarebbe opportuno iniziare da quelle governative che sono numerose, inutili e dispendiose e a carico del cittadino contribuente.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc