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Ragazzi @l pc# Giulia B. Le Fantastiche avventure di Filippo 3
14 Maggio 2010
 

3.

 

 

Appena il ragazzo se ne andò, il professore si rinchiuse nell'aula, prese l'amuleto e disse a voce alta: – Io, il mago più potente di tutta la mia stirpe, diventerò il sovrano del mondo! – e in quell'istante risucchiò l'energia contenuta nell'oggetto.

La mattina dopo Filippo, strisciante, arrivò nell'aula, salutò il professore a bassa voce e con gli occhi ancora un po' chiusi si sedette sulla sedia con lo zaino in spalle e la tuta “delle avventure” addosso.

Calma, calma ragazzo, prima devo spiegarti in quale era andrai – disse il prof. – Ti catapulterò all'inizio del neolitico, l'era delle tribù – continuò. – Dovrai trovare il secondo amuleto, ti posso dare solo un indizio: un piccolo pezzo di un bastone.

Il ragazzo annuì a testa bassa e un secondo dopo si trovò sopra un albero.

Ahi! – urlò il ragazzo, poi guardò in basso e solo in quel momento si accorse quanto fosse in alto. – Aiuto e adesso come faccio? – disse spaventato Filippo.

Usa quello che hai a disposizione – gli urlò il professore dal microfono.

Il ragazzo, d'istinto, si tolse il braccialetto, lo buttò ai piedi dell'albero e disse a voce alta: – Vorrei uno skatebord volante – straordinariamente il bracciale si trasformò in ciò che aveva chiesto e riuscì in un batter d'occhio a scendere dall'albero.

Come far ritornare lo skatebord nel braccialetto? si chiese Filippo, e subito la risposta gli fu data dal prof.: – Facile, devi dire quello che ha pronunciato prima, al contrario.

Allora Filippo provò dicendo: – Volante skatebord uno vorrei – e il braccialetto, come per magia, ricomparve al suo polso.

Con il sorriso sulle labbra si incamminò, in lontananza vide un accampamento – la tribù – pensò tra sé e sé. Aveva ragione, quando raggiunse il villaggio due uomini gli puntarono della lance alla gola e gli chiesero: – Chi sei? – Filippo era troppo spaventato per rispondere e i due lo portarono nel loro accampamento. – Adesso sì che la mia umile vita sta veramente finendo – mormorò.

L'accampamento aveva come soffitto pelli di animali e il pavimento era fatto di legno di salice o di quercia poiché in quell'era, come aveva studiato, crescevano soprattutto quelle piante; nel centro c'era una donna anziana accovacciata, con gli occhi socchiusi. – Fatelo sedere – disse con un tono calmo e nello stesso tempo aspro.

I due uomini che erano vestiti di pellicce e portavano le armi appese alle loro cinture lo scaraventarono per terra, facendolo cadere sulle ginocchia.

La donna lì fulminò con lo sguardo e disse loro di andarsene. Filippo tirò un respiro di sollievo sapendo che non era più in pericolo, ma cosa gli avrebbe fatto quella signora? Guardando attentamente il viso della donna notò due linee rosse sulle sue guance e che conficcato tra i bianchi capelli c'era un piccolo bastone risplendente sulla sua testa.

Io sono Nakita, sono lo stregone della tribù e tu sei Filippo e stai cercando i sette amuleti, vero?

Filippo era strabiliato – Sì, signora.

Bene, allora per avere l'amuleto devi provare la tua forza, ti dovrai battere con uno degli uomini più potenti della tribù e, se riuscirai nello scontro a prendere dalla cintura del tuo avversario l'amuleto, ti verrà concessa la libertà, al contrario morirai.

Ma... – tentò di ribattere Filippo.

Niente ma, ragazzo, o muori.

Il ragazzo non aveva scelta, doveva battersi anche se non conosceva le tecniche di combattimento. Arrivò sul luogo dell'incontro, una grande folla era presente attorno ad una persona, il suo nemico. Lui era alto, muscoloso e impugnava una lancia da vero combattente, tutto il contrario di Filippo: basso, mingherlino, con lo scudo e la spada che a malapena sapeva impugnare.

Iniziò il combattimento e per la prima mezz'ora il nemico era in vantaggio, ma poi il ragazzo cominciò a riflettere e si chiese in cosa poteva essere più forte dell'avversario. – Nella corsa, – si disse. Gli venne in mente come faceva stancare il suo cane facendosi rincorrere in tondo. Doveva fare la stessa cosa, l'avversario poteva essere alto e muscoloso, ma non abbastanza veloce.

Incominciò a correre a più non posso così da sfinire dalla fatica il nemico, approfittò della sua caduta per tagliare la cintura all'uomo, prese l'amuleto e con il sorriso stampato sulle labbra si fece spazio tra la folla dileguandosi.

Dopo poco si ritrovò nell'aula, il professore lo stava aspettando.

 

Giulia Barillaro

 

(3 - Il seguito alla prossima puntata...)


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