È Lilly Manassero con il romanzo L’urlo nel pozzo, Araba Fenice editrice, la vincitrice della quindicesima edizione del “Premio Arvangia Reis ëncreuse”, consegnato a Sinio domenica 9 maggio nell’ambito della manifestazione “Carmelina Brovia e le sue sorelle”. Si tratta di un’opera prima che i numerosi soci arvangia che l’hanno segnalata alla Segreteria Organizzativa, e tra questi i “lettori in prima linea” che collaborano al laboratorio de “Il libro che cammina”, giudicano inquietante. Un libro, quindi, che suscita nel lettore reazioni profonde, a fior di pelle nell’immediatezza, laceranti in profondità. Il precedente illustre al quale gli organizzatori del premio fanno riferimento è l’opera prima di Maria Tarditi, Pecore Matte, Edizioni Primalpe di Cuneo, premiata da Oscar Barile e Donato Bosca a Neive Borgonuovo presso l’auditorium San Giuseppe nell’ottobre del 1994. Un’opera prima seguita negli anni successivi da una dozzina di altre pubblicazioni, tutte molto apprezzate dai sempre più numerosi lettori che la stessa Araba Fenice di Boves ha saputo avvicinare alle storie di vita raccontate dalla maestra di Monesiglio, oggi scrittrice tra le più affermate in ambito regionale.
Potrebbe succedere la stessa cosa a Lilly Manassero, che uscirà con un secondo libro di narrativa in autunno e sta già lavorando al terzo romanzo. Assonanze e dissonanze, di stile, linguaggio, contenuti, ambientazione, spingono gli organizzatori del “Premio Reis” a ritenere che anche Lilly Manassero stia camminando nella giusta direzione, con lettori affezionati che aumentano di numero e che le riconoscono il dono di una narrazione che sa coinvolgere ed emozionare.
Ma il merito che il premio ArVangia “Reis ëncreuse 2010” giunto alla quindicesima edizione rivendica non è solo l’avere saputo individuare un talento letterario meritevole di considerazione. Lo ha dichiarato in modo diretto ed efficace il maestro Pietro Reverdito di Acqui Terme, anni 83, autore del volume La giusta parte. Il merito che va attribuito all’Arvangia è l’intuizione di un nuovo ruolo, strategico, terapeutico e di integrazione sociale, che occorre riconoscere alla scrittura, sempre più “industriale” nei numeri, come la pittura con le famose tele chilometriche create da Pinot Gallizio. Da questa intuizione deriva l’idea di creare attorno allo scrittore da primo piano una cornice ampia, selezionando ogni anno altri ventuno libri da mettere in vetrina.
In primo luogo libri di memorialistica a sfondo autobiografico, come primo risultato evidente del recupero di storie di vita che l’Associazione promuove dal lontano 1985, poi libri di storia e tradizione che vanno dentro al dna di Langhe, Monferrato e Roero, infine opere di narrativa e di poesia.
La scelta di portare alla ribalta pubblicazioni che fanno salire in superficie e rendono visibili i giacimenti di memoria delle colline piemontesi non è certo una novità in casa arvangia. Consolidata e coerente è pure la volontà di promuovere il territorio attraverso un premio letterario contro tendenza, “operaio” nelle motivazioni e testardamente povero di mezzi e di apparati organizzativi.
I ventidue autori selezionati dal “Reis ëncreuse” sono stati premiati con diplomi di benemerenza e pubblicazioni costruite attraverso la condivisione di progetti e percorsi di ricerca, “tartufi neri” dell’impegno culturale senza fronzoli.
Promuovere la lettura nei paesi facendo leva sull’entusiasmo e sulla disponibilità di tante persone a vocazione culturale è nell’esperienza arvangia un valore irrinunciabile. Non a caso i libri premiati a Sinio domenica 9 maggio nel corso del “Carmelina Brovia”, evento di nicchia alla quindicesima candelina, sono tutti a denominazione d’origine, come fiori di campo della coperta colorata di cui ha scritto Silvio Viberti in una delle prime edizioni del concorso “Il libro che cammina”. Una coperta colorata che racchiude dodici case editrici, diversi autori che hanno pubblicato a proprie spese, associazioni e cooperative editoriali. Da Alba ad Asti, da Alessandria a Cuneo, da Bra a Boves, da Novara a Torino, da Genova a Roma, da Cosenza ad Acqui Terme i libri con le radici che l’Arvangia mette in circolazione non si pongono limiti e arrivano fino alla University of California/Los Angeles dove insegna corsi di cultura visuale e cinema Anna Maltese, una delle scrittrici di radici monferrine premiate a Sinio. Niente male per un’Associazione che al suo nascere fece arricciare il naso ai benpensanti preoccupati del respiro corto e localistico di chi guarda con amore alla terra madre orgoglioso delle proprie origini.
Donato Bosca
(fotografie di Franco Bartoccci)