Gentile Presidente Vasai,
Apprendo dalle agenzie di una iniziativa della sua Giunta per dimezzare il costo del tesserino venatorio ai cacciatori ultra 75enni.
Una misura dannosa e di retroguardia.
I soldi che derivano dalla quota di iscrizione agli Ambiti Territoriali di Caccia vengono utilizzati per ripagare i danni all'agricoltura provocati dai cacciatori, ed essendo ormai i cacciatori anziani, si ridurranno molto le entrate per le casse della Provincia, che alla fine dovrà sottrarre fondi ad altri settori. Per l'esattezza, e stando ai conti resi pubblici, 24.450 euro (sui 978 cacciatori ultra 75enni) che verranno pagati dai non cacciatori e anche da chi è contrario alla caccia.
Il numero complessivo dei cacciatori in Toscana è di circa 110.000 (il 3,5% della popolazione sopra i 18 anni), con una riduzione media dell’1,5-2,5% all’anno e con una tendenza alla crescita dell’età media: attualmente il 70% dei cacciatori ha più di 50 anni e quasi il 20% è ultra settantenne. Con una battuta si potrebbe dire... una specie in via di estinzione, che la Provincia con afflato protezionista decide non solo di proteggere e tutelare, ma di incentivare!
Il sondaggio Ipsos su ‘Le opinioni degli italiani sulla caccia’ (commissionato da Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf Italia) non lascia spazio a dubbi: il 79% dei cittadini italiani considera la caccia una crudeltà da vietare o da regolare più rigidamente, mentre l’80% la vorrebbe vietare nei terreni privati senza l’autorizzazione del proprietario (il noto articolo 842 del Codice Civile).
In Toscana il 69% degli elettori si dichiara contrario o totalmente contrario a candidati che proponessero regole a favore della caccia, e 4 elettori su 10 cambierebbero di conseguenza il loro voto. Anzi, l’89% vuole dai candidati un impegno politico e legislativo per aumentare le tutele per gli animali e la natura, con un 93% degli elettori Pdl-Lega e 87% Pd-Idv.
Ogni anno l’Associazione vittime della caccia rende noto un dossier nazionale sulla stagione venatoria e quello 2009/2010 è stato un bollettino rosso di sangue, non solo degli animali ma anche degli uomini uccisi. In soli 5 mesi (dal 2 settembre 2009 al 31 gennaio 2010) sono stati registrati 30 morti e 87 feriti per armi da caccia. In particolare gli incidenti verificatesi strettamente in ambito venatorio vedono 23 morti e 72 feriti.
Se chi esce armato mette in conto il rischio che il fucile possa provocare vittime, o essere a sua volta vittima dei suoi compagni di caccia, lo stesso non si può dire per chi si affaccia al balcone di casa sua o fa il giardiniere. Tra le vittime della gente comune infatti, in tutto 1 morto e 18 feriti, si registrano 5 donne ferite tra cui alcune con il volto devastato, 2 guardie venatorie, 2 fungaioli, 2 operai, 1 giardiniere, 1 ciclista, 1 passeggiatore. Di questi 7 colpiti nelle immediate pertinenze di casa, riportando l’attenzione sull’assurda norma che prevede come per i soli cacciatori non esista la proprietà privata (art. 842 del codice civile, già oggetto di referendum dei radicali per chiederne l’abrogazione, di raccolta firme di cittadini e tradotte in proposte di legge).
Armare, come vuole il centrodestra in Senato, i ragazzi di 16 anni e incentivare l'uscita armata degli ultra 75enni, non sembrano misure utili e di sicurezza alla cittadinanza, ma solo alla sparuta lobby di cacciatori e a quella potente delle industrie delle armi.
Confido che queste riflessioni la aiutino a ripensare e rivedere una decisione che non va nella direzione in cui va la società, ossia sempre più nel rispetto degli animali e dei loro diritti. Queste sono le passioni che una istituzione, quale la Provincia, deve incentivare e promuovere e non l'uccisione di esseri viventi!
Cordiali saluti,
Sen. Donatella Poretti
Parlamentare Radicali -Partito Democratico