Alla Quinta Conferenza sul Digitale Terrestre, che si è tenuta il 3 e 4 maggio a Milano, si è parlato anche di canone Rai. E come spesso accade per questa materia, il senso dell'irrazionale, del ridicolo e dell'assurdo non ha limiti.
Sembra una ricostruzione satirica ma di fatto è accaduto questo: Bruno Vespa ha sovrinteso ad una sorta di accordo tra Fedele Confalonieri (presidente Mediaset) e Paolo Garimberti (presidente Rai) perché ci sia il contributo massimo di entrambi i network a far rientrare l'evasione del canone Rai: lo hanno chiamato “il patto del Dal Verme” (dal nome del teatro dove si è svolta la conferenza). E come se non bastasse, il presidente Rai si è rivolto al viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, per chiedere il suo aiuto perché il Parlamento faccia tutto quello che è in proprio potere per recuperare il canone evaso.
Certamente non potevamo pretendere razionalità da chi continua (legittimato dalle specifiche Autorità) a chiamare canone o abbonamento l'imposta che si deve pagare per il possesso di un apparecchio tv.
Così come non potevamo pretendere razionalità da chi, abusando della propria posizione di potere/governo, per legittimare la riscossione coatta di questa imposta continua a farsi forte di una legge del 1938 che deve essere applicata per «chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni» (all'epoca solo radio, dagli anni '50 anche tv).
Gli stessi non-razionali che, quando con un'interrogazione parlamentare (giugno 2008) è stato loro chiesto se chi ha un pc collegato ad Internet deve pagare o meno questa imposta, hanno risposto (Paolo Romani) a gennaio 2009 (un anno e mezzo dopo) che «la questione presenta alcuni profili di incertezza, considerato che si tratta di disposizioni normative non adeguate alla evoluzione tecnologica... si ritiene opportuno procedere ad un approfondimento tecnico-giuridico della questione...».
Siamo a maggio 2010 e, sinceramente, non ci poteva aspettare altro che quanto proposto nella Conferenza di cui sopra, altro che “approfondimento tecnico-giuridico”...
Non solo, ma chi piange miseria per l'evasione fiscale del canone fa anche il gioco sporco come il viceministro a cui lo chiede:
- il primo perché non applica le leggi che ha a disposizione (più di un miliardo di euro “evaso” dalle aziende pubbliche e private a cui non viene chiesta la riscossione dell'imposta come accade per le famiglie);
- il secondo perché prende per i fondelli (e un politico non lo fa mai per motivi disinteressati) con i suoi approfondimenti.
Si va verso la televisione unica di Stato con il canone/imposta come cemento? Bah! Forse ci siamo già e ce ne rendiamo conto solo quando facciamo un digiuno del piccolo schermo.
Qui il canale sul canone Rai del nostro sito
Vincenzo Donvito, presidente Aduc