E. Morales – Credi che il successo del blog non dipenda soltanto dall’importanza dei testi pubblicati ma anche da fattori esterni?
Y. Sánchez – Penso di sì, anche se non posso avere la certezza assoluta. Dovresti domandarlo ai lettori.
E. Morales – Direi che esiste una parola chiave: stranezza. Era una stranezza che una persona esponesse il suo volto in un blog. E sappiamo bene che le cose strane attraggono enormemente. Chiaro, subito dopo Yoani cominciò ad apparire sui mezzi di comunicazione e da allora riscosse maggiore attenzione…
Y. Sánchez – A un certo punto, dall’isola dei non connessi qualcuno cominciava a usare diversamente uno strumento così importante come Internet. Chi usava Internet sino a quel momento? I mezzi di comunicazione ufficiali, chi aveva una tessera come membro UNEAC (Unione degli scrittori e degli artisti cubani) o di un’altra istituzione ufficiale. Non altri. Improvvisamente arriva una voce che esce nel mondo virtuale da un paese dove si può accedere con fatica alla rete. In più consideriamo il fattore maschilismo. Viviamo in una società molto maschilista, dove sono sempre stati gli uomini a fare il primo passo. E invece ecco arrivare una donna che si dichiara codarda (dal principio ho annunciato nel mio profilo che il mio blog era un esercizio di codardia), che sappiamo fragile, timorosa, in più è madre e sarebbe meglio stesse a pulire i vetri della sua casa. Lo scandalo è che questa donna decide di assumere un ruolo che in teoria non le spetterebbe.
Credo che anche il modo come il blog è scritto ha influito nella sua ricezione. Senza violenza verbale. Mai ho usato la violenza verbale nei miei scritti, non ho aggredito né insultato nessuno, mai ho utilizzato aggettivi incendiari, e questo mio modo di fare misurato può aver conquistato l’attenzione e la simpatia di molta gente. Nell’ottobre 2007, l’agenzia Reuters fece un piccolo comunicato su Generación Y che produsse qualche aspettativa. Trovai il software adeguato per perfezionare il mio blog, anche se riuscii a utilizzarlo soltanto alla fine di dicembre. E arrivò The Wall Street Journal con un articolo in copertina sul fenomeno blogger in generale e in particolare sul mio blog. Questo fu un passo davvero importante nel riconoscimento del mio spazio. Ma la cosa più importante fu che arrivarono molti lettori e si affezionarono al blog. Gli articoli di stampa non servono a fare un sito. I lettori rimasero perché si trovarono come a casa loro, sentirono che Generación Y era una piazza pubblica o un quartiere dove potevano mettersi a sedere a conversare o polemizzare con un amico. Questo fatto li ha fatti restare frequentatori del blog fino a oggi.
In questo stesso istante io sono qui che parlo con te, ma il mio blog è vivo, le persone stanno raccontando, narrando, pubblicando, e questa è la sua caratteristica più importante.
Ernesto Morales
Traduzione di Gordiano Lupi
5. Segue alla prossima puntata...