Sulla notizia diffusa nelle settimane scorse sul parto senza dolore all'ospedale Careggi di Firenze e l'alternativa all'epidurale offerta dalla somministrazione per via endovenosa di un farmaco oppioide, il remifentanil, ho presentato, col senatore Marco Perduca, un'interrogazione al Ministro della Salute. Nel nostro Paese, dove l'anestesia epidurale, nonostante sia stata inserita nei Lea (livelli essenziali di assistenza), è un miraggio per le mamme in travaglio, non ci pare opportuno proporre come alternative delle sperimentazioni costose e non prive di rischi per la donna ed il neonato.
All'ospedale Careggi, dove non esiste la possibilità di una donna di scegliere il parto in anestesia epidurale, temiamo che rientrare nella sperimentazione con il remifentanil sia una scelta forzata per chi vuole fare un parto naturale senza dolore. Una scelta “forzata” su cui vorremo essere rassicurati anche sul fatto che i rischi siano stati valutati dalle partorienti.
Il nostro timore è che il remifentanil sia stato proposto alle partorienti come alternativa per un parto senza dolore, invece che come arruolamento in una sperimentazione che come tale comporta rischi non tutti previsti e prevedibili.
Il remifentanil è un nuovo e costoso farmaco oppioide sintetico che, purtroppo, ha scarsa efficacia analgesica e potenziali effetti secondari pericolosi di depressione respiratoria su mamma e, soprattutto, sul neonato. I risultati delle sperimentazioni internazionali su questo farmaco sono ancora controversi e non vi è alcuna raccomandazione o linea guida accreditata che ne autorizzi l’uso per le partorienti. Al momento gli oppiodi endovenosi possono trovare una indicazione nel travaglio di parto esclusivamente nei rarissimi casi quando la analgesia epidurale è controindicata; e ci meraviglia l’approvazione clinica del suo uso su un numero così grande di donne da parte del comitato bioetico dell'ospedale di Careggi.
Con l'interrogazione chiediamo al ministro:
- come è registrato il farmaco remifentanil e per quali usi;
- come valuta una sperimentazione fatta su cosi’ grande scala (più di 1.000 mamme) laddove è indicato l’uso esclusivamente nei rarissimi casi quando la analgesia epidurale è controindicata;
- come valuta la proposta e l’arruolamento e il modello del consenso informato per una sperimentazione di un farmaco non approvato dal ministero per quell’uso, scarsamente o solo parzialmente efficace e potenzialmente pericoloso per il neonato;
- di verificare se sia stata garantita la presenza e assistenza continua del medico anestesista per tutto il tempo della sua somministrazione (e quindi per tutta la durata dell’analgesia in travaglio).
Donatella Poretti
Qui il testo completo dell'interrogazione