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Alejandro Torreguitart Ruiz. L’Evoluzione può attendere
10 Aprile 2010
 

Sì, mi ero emozionato pure io ragazzi. Cosa ci volete fare, sono un romantico, uno che crede ancora che le cosa possano cambiare. Sentire Silvio Rodríguez parlare di Evoluzione al posto di Rivoluzione, criticare le cose che non vanno, parlare di prigionieri politici e di diritti umani mi aveva dato un fremito al cuore. Insomma, m’era presa voglia di andare ad ascoltare tutte le sue canzoni, ché a me Silvio m’è sempre piaciuto, specie quando parla d’amore, ma dopo quel che aveva detto mi piaceva ancora di più.

Solo che adesso mi casca il cavallo, ché leggo sul Granma una notizia incredibile - oddio mica tanto incredibile visto il vento che tira - leggo una notizia che non avrei voluto leggere, forse questa è la parola giusta. Silvio canterà dalla Tribuna Antimperialista sul Malecón, quella dove c’erano le bandiere nere, quella costruita davanti alla Sezione d’Interessi degli Stati Uniti. Concerto per la Patria, si chiama la puttanata al cubo che metterà in scena Silvio, Cubavision sa già cosa dirà e cosa farà, pare che qualcuno abbia suggerito il copione. Bello davvero questo processo di rettificazione delle idee in pubblico, davanti all’Avana intera, dopo aver parlato di libertà e di nuovo corso della rivoluzione. Una schifezza così non me la sarei mai immaginata.

Che tristezza, Silvio, ma soprattutto che grandissima figura di merda, lo dico per te, guarda, ché io ci sono abituato a stare zitto in Patria e a parlare all’estero. Non facevi meglio a dire come in passato che la rivoluzione è sempre più solida e forte? Questo vogliono, ormai dovresti saperlo, non è che te lo devo ricordare io che c’ho solo trent’anni e questa Rivoluzione me la sono trovata tra le palle come una dote lasciata dai miei genitori. E così ti toccherà cantare, cospargerti il capo di cenere, dire che sei stato frainteso, che la Rivoluzione ti ha dato tutto, non ti sogneresti mai di tradirla, che vuoi morire ancora come hai vissuto, non è cambiato niente.

Silvio, il potere è importante e tu lo sai. Non puoi sedere a tavola e disprezzare il cibo. Se siedi e mangi devi fare i complimenti al cuoco. È sempre stato il tuo ruolo, sai farlo bene, ti riesce persino mettere in musica le parole. E allora fai come ti dicono: non la togliere la R di Rivoluzione. Non fino al giorno in cui siederai a tavola con loro. Se deciderai di scappare meglio per te, vorrà dire che potrai sentirti libero. Ma per ora fai come ti dicono, caro menestrello della Patria, ché forse per te i soldi sono un valore più importante della libertà. Non so se hai mai letto Quino, un disegnatore argentino poco gradito al potere, ma a me viene a mente Manolito quando dice a Mafalda che i soldi non sono tutto nella vita, ci sono anche gli assegni.

Tu sei un uomo ricco in un paese povero e chi ti ha fatto ricco è proprio chi ha reso povero il paese. Fai bene a cantare la Patria, anche se la tua Patria non è la mia, ma tu hai un sacco di motivi per esserle riconoscente. Non ti curare se muoiono prigionieri politici dopo uno sciopero della fame, adeguati alla parola d’ordine che sono delinquenti comuni che hanno scelto la loro sorte, non è colpa di nessuno. Non cedere al ricatto degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, ma siedi alla destra del tiranno - che dopo tutto è un buon tiranno, vero? - e cantane le lodi. Questo è il compito dell’artista cortigiano. Non altro.

Scusami se non sarò presente al concerto. Ho un sacco di cose da fare e poi mica lo so se sarei capace di tacere. Meglio evitare problemi, ché il coraggio non è il mio forte. Magari ti vedrò in televisione davanti a un piatto di fagioli condito da un pugno di riso, mia madre si lamenterà che non ha trovato altro, mio padre scuoterà la testa come sempre, manderà giù un bicchiere di rum fatto in casa, una schifezza per anestetizzare i pensieri. Penserò a Yoani Sánchez, testa china davanti al computer a intrecciare parole, sogni e speranze. Un pensiero si affaccerà alla mente, frase ricorrente che percuote giorni di delusione. Rivoluzione è per sempre. L’Evoluzione può attendere.

 

Alejandro Torreguitart Ruiz

L’Avana, 10 aprile 2010

Traduzione di Gordiano Lupi


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