Thomas Preskett Prest
James Malcolm Rymer
Varney il vampiro
Il banchetto di sangue
Gargoyle, pagg. 540, € 16
Gargoyle si afferma sempre più come autorevole editore horror e si cimenta nell’impresa ambiziosa di far resuscitare dalle ceneri la saga di Varney il vampiro, caposaldo della narrativa gotica inglese di fine secolo fino a oggi inedita in Italia. Un’operazione di portata storica e dai costi notevoli, vista l’imponenza della trilogia (oltre 1.500 pagine), le difficoltà di traduzione (affidata a un’ottima Chiara Vatteroni) e di esegesi testuale (curata da Paolo De Crescenzo e Federica Lelli). In tempi di vampiri commerciali alla Twilight, di stupidaggini per non leggenti alla Chiara Palazzolo, di vampiri innamorati e melensi, si sentiva il bisogno di un netto ritorno al classico, di un vampiro alla Polidori, Le Fanu, Stoker… in poche parole di un vampiro vero!
Varney il vampiro è una saga che è stata pubblicata dal 1847 al 1849, a dispense settimanali su riviste pulp britanniche, data in pasto a un pubblico non coltissimo ma letterato, a caccia di emozioni forti. Non è lecito sapere chi sia il vero autore di queste avventure, visto che in passato i romanzi sono stati attribuiti a Thomas Preskett Prest e in un secondo tempo all’oscuro poligrafo James Malcom Rymer. L’editore - vista l’incertezza - ha optato per la doppia dicitura in copertina, anche se pare più probabile che l’opera sia stata compiuta dal secondo autore, un ingegnere civile con la passione per la scrittura che vergava romanzi su commissione. Thomas Preskett Prest, invece, è autore più noto al grande pubblico, perché ha inventato il personaggio del barbiere cannibale portato sul grande schermo da Tim Burton (La bottega degli orrori di Sweeney Todd, 1997) e John Schlesinger (Sweeney Todd il diabolico barbiere di Flet Street, 2008). Rymer non avrebbe scritto da solo un’opera così enorme, ma si sarebbe fatto aiutare da negri che avrebbero lavorato a catena di montaggio su un canovaccio originale. Niente di nuovo sotto il sole per quel che riguarda la narrativa pulp, perché in Italia - negli anni Settanta - una casa editrice romana sfornava romanzetti pulp da edicola pubblicati sotto pseudonimo e con nomi di fantasia. Non erano capolavori, ma interessavano il grande pubblico e facevano trascorrere momenti piacevoli in compagnia di un tascabile. Sarebbe il momento che qualche editore di buona volontà ristampasse anche i KKK, I Classici del Terrore, I Racconti della Cripta e I Racconti di Dracula, editi - se non vado errato - dalla ERP.
Varney il vampiro – il banchetto di sangue, esce corredato da una preziosa introduzione di Carlo Pagetti che introduce il pubblico a una breve storia della narrativa gotica e vampirica. Il secondo volume - L’inafferrabile - sarà introdotto da Fabio Giovannini, il più grande esperto italiano di vampiri, mentre il terzo volume - All’ombra del Vesuvio - avrà una prefazione di Mauro Boselli.
Varney il vampiro va bene per un pubblico di ogni età e cultura, basta avere la passione per la narrativa horror, per il feuilleton, per le storie fantastiche, narrate in maniera piana e scorrevole, corredate da dialoghi e da citazioni antropologiche. Leggere le avventure di un vampiro che penetra nelle camere d signorine inglesi, le morde sul collo e scappa via nella notte compiendo balzi felini e scavalcando mura, fa tornare indietro nel tempo. Pare di assistere a un vecchio film della Troma e di vedere le sequenze di una pellicola di Mario Bava, dove il vampiro - d’un tratto prende le sembianze di Klaus Kinski o di Christopher Lee. Magia della narrativa classica che non deve essere per forza originale…
Gordiano Lupi