Dal marzo 2009 sembrava imminente l’avvio di un progetto innovativo ad Empoli (Firenze), dopo che un decreto ministeriale del 20 ottobre 2008 aveva trasformato l’Istituto a custodia di attenuata in un carcere destinato al trattamento dei transessuali. Per la prima volta in Italia un istituto penitenziario sarebbe stato dedicato a persone transessuali, occorreva adeguare l’edificio e formare il personale. I detenuti, circa una ventina, dovevano provenire dalla casa circondariale fiorentina di Sollicciano e avrebbero potuto beneficiare di biblioteca, ambulatori, e ambienti ricreativi personalizzati, una sala per dipingere, strumenti musicali, una biblioteca, un cortile all’aperto con un gazebo, tavoli e un piccolo orto, tutto in uno spazio che si estende su un’area di oltre 1000 metri quadri. Il 27 gennaio 2010 viene siglato il Protocollo d’intesa fra Ministero della Giustizia e la Regione Toscana dove si prevede la realizzazione di una serie di attività e progetti concordati tra cui il progetto specifico nell’Istituto di Empoli. Sempre alla fine di gennaio il provveditore regionale incontra le transessuali detenuti a Sollicciano per comunicare loro il progetto e la tempistica.
Le transessuali di Sollicciano, una trentina, isolate nel reparto femminile, ma separate anche dalle donne essendo registrate anagraficamente come uomini, sono in attesa di un trasferimento promesso loro prima per metà marzo, poi per la fine del mese, ma che oggi non è chiaro se e quando si realizzerà. Secondo dichiarazioni riportate dalla stampa locale dal provveditore regionale Maria Pia Giuffrida: “In effetti il progetto è bloccato, aspettiamo un via libera dal ministero, mi auguro che arrivi presto”.
Per avere chiarimenti sul blocco del progetto e la sua destinazione alle persone transessuali, con il senatore Marco Perduca abbiamo presentato un'interrogazione al Ministro della Giustizia, per sapere se da parte del ministero c’è stato un ripensamento del progetto, e in caso quali le motivazioni alla base, oppure quali siano le cause che ne hanno bloccato l’avvio.
Donatella Poretti
Qui il testo dell'interrogazione