“Giù le mani dai bambini”® è una Campagna sociale ed informativa ideata e sviluppata in Italia, finalizzata alla sensibilizzazione del grande pubblico ed alla formazione di insegnanti e genitori e degli stessi ragazzi su di una delicata tematica d’attualità, qual’è quella degli abusi nella somministrazione di psicofarmaci ed anfetamine ai minori ed ai bambini in particolare. La Campagna è senza scopo di lucro, apartitica e non confessionale.
Agli inizi degli anni ‘80, alcuni psichiatri riaffermarono l’esistenza di una malattia mentale dell’infanzia, un disturbo che – a loro dire – colpiva i bambini, e che consisteva essenzialmente nel fatto che questi (i bambini etichettati come “malati”) erano distratti, disattenti e molto, troppo vivaci. La “malattia” fu inserita nel “Manuale Diagnostico e Statistico” (il testo di riferimento per le diagnosi di carattere psichiatrico), con il nome “Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività” (ADHD, acronimo italiano DDAI). La “malattia” (ADHD) – che viene diagnosticata non già con un esame di tipo clinico, ma facendo compilare dei questionari sulla cui affidabilità scientifica si sono accese violente polemiche – si è quindi “diffusa” come un’epidemia. Nei soli USA i bambini affetti erano 150.000 nel 1970, mezzo milione nel 1985, un milione nel 1990, 8 milioni nel 2003, 11 milioni a fine 2004: buona parte dell’intera popolazione infantile scolastica di quella nazione pare soffrire di questa “sindrome”, che peraltro continua a non avere una precisa definizione di carattere clinico. Si riteneva potesse essere un problema “tutto Americano”, ma anche nella vicina Francia il 12% della popolazione studentesca fa uso (e spesso abuso!) di psicofarmaci, ed in Italia – nonostante alcune dichiarazioni improntate alla prudenza – si sono già effettuati screening nelle scuole e sono stati aperti i primi centri pilota per la somministrazione. Spesso vengono ignorate terapie alternative pedagogiche che garantirebbero un’efficace risoluzione del problema senza la necessità di somministrare psicofarmaci dagli effetti collaterali potenzialmente distruttivi. Si privilegiano soluzioni più “facili” quali quella della “pillola miracolosa” che apparentemente risolve ogni disagio.
È evidente che questo approccio “disinvolto” ad un problema così delicato ha generato un acceso dibattito, nella comunità scientifica e non solo. Lo scopo – a detta di molti medici – è quello di «vendere prestazioni farmaceutiche» e sottoporre a terapia milioni di pazienti in tenerissima età. In ogni caso, “GiùleManidaiBambini”® non vuole essere una “crociata” contro una o l’altra multinazionale del farmaco o contro specifici prodotti farmacologici: unico scopo dell’iniziativa è di porre nuovamente il bambino e la sua famiglia al centro dell’attenzione, tutelando i loro diritti, e non escludendo a priori – pur nel rispetto dell’autonomia della classe medica – soluzioni alternative a quella strettamente farmacologica. La Campagna, che rappresenta la voce di oltre 6 milioni di Italiani, si è dotata di un qualificato comitato scientifico permanente composto da 19 accademici di chiara fama, e vanta una rete attiva di circa 140.000 tra medici, psicologi e pedagogisti ed oltre 96.000 volontari ospedalieri. Oltre ad un'articolata serie d’interventi divulgativi su tutto il territorio nazionale, GiùleManidaiBambini gestisce anche il portale www.giulemanidaibambini.org, il più visitato sito internet su questo argomento in Italia. GiùleManidaiBambini è sostenuta da volti noti del mondo dello spettacolo, da Ray Charles a Beppe Grillo, da Linus di Radio DJ a Marco Berry delle Iene, e molti altri: per ulteriori informazioni e per scoprire come collaborare con noi, consulta il portale citato o scrivi a info@giulemanidaibambini.org.
Claudio Ajmone
Responsabile della ricerca scientifica e del “Consensus ADHD” di GiùleManidaiBambini