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Sondrio. Il ruolo di una minoranza: rispondendo a Nicola Giugni con fatti e ragioni 
Comunicato di quattro gruppi di minoranza sulla vicenda del cedro di piazza Campello e sul rapporto dell'Amministrazione con la Città
13 Marzo 2010
   

Abbiamo letto la risposta di Nicola Giugni alla lettera aperta di Paola Pizzini a lui rivolta.

Gli diamo atto di essere l’unico esponente della maggioranza che governa Sondrio ad avere avuto il coraggio, in un oceano di silenzio, di dire la sua pubblicamente.

Vorremmo tuttavia fare alcune considerazioni sui contenuti del suo intervento.

Non accettiamo che definisca strumentali e tardive le critiche che abbiamo rivolto al Sindaco Molteni.

Dove eravamo, chiede Giugni, al momento della presentazione del progetto che prevedeva il taglio del cedro? Eravamo in commissione, e in quella sede, quella più appropriata per esprimere valutazioni, alcuni esponenti dei nostri gruppi e di altri gruppi di minoranza hanno espresso perplessità sul progetto complessivo di riqualificazione delle piazza Campello, specialmente con riguardo alla porzione occupata ora dall’aiuola e dal cedro. Fortunatamente esistono i verbali che permettono di ricostruire le posizioni espresse.

Nella commissione del 15 ottobre 2009, ben 5 mesi fa, dicemmo che bisognava tenere conto delle molte perplessità che emergevano tra i cittadini, e del forte valore affettivo che il cedro rappresentava. Tenere conto in che modo? In primo luogo ASCOLTANDO e attivando canali di comunicazione con i cittadini dissenzienti e motivando le proprie scelte. Cosa che non è stata fatta.

C’è stata una presentazione pubblica del progetto sabato 17 ottobre, quella che Giugni definisce un “bell’esempio di democrazia partecipata”. In quella sede i promotori della petizione pro-cedro hanno mosso molti rilievi agli assessori presenti. Sarebbe stato un “bell’esempio di democrazia partecipata” se nei giorni successivi la giunta e il Sindaco avessero convocato a un tavolo Paola Pizzini ascoltando le sue ragioni e motivando le proprie. Nulla di tutto ciò. Si è preferito trincerarsi per mesi dietro al no comment, non rispondere alla petizione, non ricevere i proponenti, semmai continuare a sostenere la tesi della malattia del cedro, sempre unilateralmente e a mezzo stampa.

Quando a febbraio la perizia commissionata dal comitato civico ha decretato la sostanziale buona salute della pianta, nuovamente silenzio da parte dell’amministrazione.

La cosa triste è che, senza la nostra interpellanza per chiedere al Sindaco cosa intendesse a questo punto fare, sarebbero state solo le motoseghe a dare una risposta ai cittadini. Di questa iniziativa, che Giugni probabilmente ritiene strumentale, Paola Pizzini e molti cittadini ci stanno ringraziando.

Insomma. Se avessimo voluto agire strumentalmente, avremmo cavalcato la protesta dei cittadini fin dall’autunno, quando raccolsero le firme, e avremmo parlato più sulla stampa che in commissione.

L’intervento di questi giorni ha ben altre motivazioni. La questione, ora, è divenuta molto più ampia del cedro: riguarda il modo con cui un’amministrazione si relaziona con i propri cittadini. In questo, non solo rivendichiamo la legittimità delle critiche nei confronti del Sindaco, ma riteniamo di avere fatto nient’ altro che il nostro dovere di gruppi di minoranza, che in quanto tali sono tenuti a vigilare sui temi della partecipazione e del diritto dei cittadini ad essere pienamente informati sugli atti amministrativi.

 

Concludiamo rivolgendoci direttamente a Nicola Giugni.

Vorremmo fargli noi due domande, e infine dargli un’importante “informazione di servizio”.

La prima domanda è: dov’erano e dove sono i gruppi di maggioranza, in particolare il suo, su questa vicenda e rispetto al metodo adottato dal Sindaco?

La seconda: come mai meno di un mese fa lei dichiarava “Bisognerebbe integrare la presenza del cedro nel progetto di riqualificazione della Piazza: non sembra impossibile” e ora invece afferma che è più importante salvaguardarne l’esistenza e non l’ubicazione e propone un trapianto del cedro in altra sede?

Da ultimo, l’informazione, se i suoi colleghi consiglieri e assessori non l’avessero ragguagliato, è che con delibera del 25 febbraio la Giunta ha approvato il progetto definitivo di Piazza Campello e ha altresì disposto il taglio del cedro e anche il destino dei suoi resti: verrà trasformato in una serie di sculture con cui ornare la piazza stessa o altri luoghi di pregio della città.

Questa è a nostro avviso la decisione finale che frustra, o forse addirittura irride, i molti che volevano salvare la pianta, lei compreso.

La sua proposta dunque parrebbe fuori tempo massimo.

Se vuole davvero perseguire l’intento di salvare la pianta e trapiantarla da qualche altra parte, dovrà far uscire allo scoperto la maggioranza e il Sindaco e convincerli a revocare la delibera approvata.

A questo punto, però, per fare le cose per bene, dovrà chiedere e ottenere dall’amministrazione di convocare i cittadini che difendono il cedro per provare una volta buona a trovare la soluzione migliore e più condivisa.

Al punto in cui siamo arrivati, non c’è più spazio per dichiarazioni, contano solo i fatti.

Altrimenti, converrà, è solo retorica.

 

Cordiali Saluti

 

I consiglieri di minoranza dei gruppi

PER SONDRIO FAGGI SINDACO, POPOLARI RETICI,

SONDRIO ANCH’IO, SONDRIO LIBERALE


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