È ancora là – sulla porta socchiusa
ai limiti del bosco – la lucerna
appesa alla finestra ad aspettarti.
È ancora sempre accesa.
La luce delle fiabe, tante volte
sognata nel sole, dagli angoli
sgualciti delle pagine bambine.
Affacciare lo sguardo a sbirciare
da dentro e da fuori gli scuri;
sfogliare il diario di una margherita
o il viaggio smarrito di un calabrone;
consolare in silenzio una formica
stremata dal peso dell’estate;
annegare la memoria
nel cielo del tramonto.
La luce è sempre là e non si muove,
e là aspetta di vederti tornare
a spiare in silenzio la lumaca
che reca nel guscio affastellate
le parole nel cuore inaridite.
Rita Montanari
Il mare
ululando si accartoccia
tra tenaglie d’onde
ripiegate
in lamine di fogli
di latta
in una lotta
liquida spirale
di cavalli
e creste.
Maribruna Toni
(da Il meridiano di Maribruna Toni, Edizioni Il Foglio, 2008)
Bolle l'acqua e ti ci specchi.
Le giravolte di due spaghi
come il gioco di un discolo.
– Mamma, corri! –
Il tuo abbraccio
(tana, rifugio, alcova)
e una lacrima da raccogliere.
Acqua che lava
le fatiche del giorno.
E ancora sai sorridere,
di rimmel vestita con i sogni più belli.
Stefania Ioli
Voci inascoltate
Campanellini mossi dal vento
le parole dette e non udite
urlano scempi, orrori e dolori.
Discreta te ne stai silenziosa
a tessere sentimenti
con inchiostro di sangue
su pergamena di soffici nuvole
sperando la salvezza.
Gocce di bianche perle,
le tue lacrime,
cascano invisibili
nel mare argentato di luna.
Ghirlande di baci mai arrivati
si fermano sui vetri ...
Fiumi di falsi mieli
intrappolano le tue amarezze
e tu lo sai... lo senti...
Pettini e ripettini
i tuoi lungimiranti pensieri
guardandoti in specchi opachi
che ben poco riflettono
le tue proprie luci...
Mentre le ragnatele
di un mondo polveroso
raccolgono sempre le tue parole
facendone leggiadra poesia.
Nonostante il tuo corpo violato
da immonde prepotenze
la tua pelle sempre profuma
di stelle neonate
perché più d'ogni altro sai perdonare.
Ma, nonostante tutto ...
il tuo motore nell'universo,
è un volo d'amore all'infinito ...
Savina Martinucci (2009)
Monti
Amami come se fossi un monte
aspira alla mia cima
attraversa i miei boschi
e accarezza le mie foglie
guarda verso l’alto e incontrami mentre mi pesti
arando le mie pendici coi passi costanti
e sali
osserva stupito ogni resina ambrata
e tutta la rugiada del mattino
respira il mio profumo di pini
e di stalle feconde
siedi sul ciglio dei miei sentieri
e dimmi una preghiera di nascosto
sul far della sera
scavalca le mie rocce
dure
e ammira le asprezze
che ti daranno soddisfazione
guarda la neve che porto d’inverno
gioca con lei
come quand’eri bambino
disseta la bocca alla mia fonte
e poi sali ancora
stenditi esausto sul mio prato verde
che ti accoglie quasi fraterno
temi le mie vipere
che sono velenose
e sorridi ogniqualvolta non t'hanno punto
ringrazia Dio di esistere quando lo contempli dall’alto
ché sei più vicino e glielo puoi dire
sarà il nostro segreto
torna allora
pieno di meraviglia
alla tua valle
con le mani aperte e piene di vita
rendile il tuo dono rotondo
ché hai conosciuto l’amore
senza carne
senza corpo
il metaforico amplesso
che è potente come la fede
più forte della morte
e bagna e arde allo stesso modo
ma non fa male
a parte il nodo stretto alla gola.
È un premio non richiesto
il dono di un cielo diverso.
C’è un punto, là all’infinito,
che ci toccheremo
e le mani allora potranno parlarsi
là dove si incontrano le parallele dell’universo
e piangono di vergogna i maliziosi e gli ignoranti.
Nina Nasilli