Per favore, vi supplichiamo, in ginocchio, mani giunte: toglieteci la libertà. Vi scongiuriamo. Abrogate ogni diritto civile, umano, costituzionale. Fatene tabula rasa. Abolite le garanzie, spazzate via con un sol colpo di mannaia qualsiasi piccoli refolo di libertà. Via le elezioni, via l’informazione, via l’opposizione: tutto nel cassonetto differenziato, quello a forma di gabinetto che accoglie le speranze, i sogni, le velleità e i desideri. Per favore, vi supplichiamo, vi scongiuriamo: privateci di ogni pensiero, svuotateci della razionale voglia di rompere sempre e comunque i coglioni. Niente leggi speciali, anzi, niente leggi: si fa solo come dite e volete voi. Noi siamo italiani, fatelo e verremo sotto tutti i balconi che possiamo ad applaudirvi, a urlare per voi, a mostrare striscioni. Ci spelleremo le mani, per voi, se abolirete le elezioni e se userete la Costituzione come appoggio per la gamba del tavolo della cucina, quella gamba stile Garrincha, così corta, così traballante. Vietateci, ve ne preghiamo, vietateci di pensare, di parlare, di scrivere. Proibiteci di avere un’opinione. Ve ne preghiamo, vi scongiuriamo, in ginocchio davanti a voi, con le mani giunte e le lacrime agli occhi. Fatelo. Ve ne preghiamo. Salvateci da questo nauseabondo senso di complicità che ci assilla e che al mattino, quando apriamo gli occhi sul mondo, ci fa ridere di noi stessi.
Gianni Somigli