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Riforma legge elettorale in Toscana. Benvenuti nella partitocrazia!
01 Marzo 2010
   

Il dibattito sul fallimento del sistema elettorale e sulla sua non democraticità ha il pregio di prendere atto del problema. Non indagare su cause e individuare responsabilità è un modo per non trovare la soluzione, o peggio, mettersi nelle condizioni di fare un altro pasticcio, tutti insieme appassionatamente e contro il diritto degli elettori di scegliere i rappresentanti nelle istituzioni.

 

L'attuale legge elettorale regionale toscana, votata all’unanimità dai partiti presenti nel Consiglio nel 2004, ha esautorato i cittadini dalla possibilità di scelta del proprio rappresentante. Una legge ulteriormente modificata lo scorso agosto, fuori dei termini previsti dall'Unione Europea per non cambiare la legge nell'anno delle elezioni.

L'elettore toscano attualmente ha il “potere” di mera ratifica delle decisioni, delle candidature, prese dalle segreterie di partito. Nel caso del Pd alcune scelte sono avvenute con le primarie (pagate con i soldi di tutti i contribuenti). Primarie comunque non obbligatorie. Dopo il deposito delle liste è possibile conoscere i componenti del Consiglio regionale prima ancora che si tengano le elezioni. I candidati conoscono già, in base alla loro posizione nei listini regionali e in quelli provinciali -con minime possibilità di errore- quali risulteranno eletti “nominati” e quali no. Un sistema che allontana il cittadino dalle istituzioni.

Presa d'atto che la denuncia dei Radicali sulla non democrazia e sulla deriva partitocratica ha indicato causa e soluzione: la riforma del sistema elettorale.

L’introduzione della maggioranza relativa a un solo turno in collegio uninominale o, se si preferisce, di un sistema di voto alternativo in collegi uninominali a maggioranza assoluta, produrrebbe un deciso miglioramento alla vita interna e alla politica dei partiti.

Il Consiglio regionale eletto con sistema maggioritario uninominale a un solo turno, con circoscrizioni più piccole delle attuali che permetterebbero così di avere un rapporto migliore e diretto fra eletto ed elettore; le elezioni del Governatore e quelle del Consiglio si terrebbero ogni 5 anni, ma “sfalsate” (con norma transitoria per la prima elezione) in maniera da non creare un rapporto fiduciario, né il potere di scioglimento utilizzato come arma di ricatto politico.

 

Donatella Poretti


 
 
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