Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spettacolo > In tutta libertà
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Alberto Figliolia. Il figlio più piccolo di Pupi Avati
28 Febbraio 2010
   

La fiamma dell'amore di Fiamma per Luciano non si è mai spenta. Neppure dopo un matrimonio di pura cartapesta, una sorta di superficiale riparazione, neppure dopo un divorzio di sole carte, senza uno straccio d'incontro, neppure dopo un abbandono ventennale da parte del marito filibustiere. Fiamma (la bravissima e bellissima Laura Morante) attende: chi e che cosa forse non lo sa più nemmeno lei. Il marito, l'ex marito (un ottimo Christian De Sica, finalmente fuori dai cinepanettoni), è un mero e puro simbolo, un'ancora alla insignificanza esistenziale, ai propri fallimenti, alla scemina che è. Così tonta da muovere a tenerezza. Naturalmente, come detto, la Morante da grande attrice quale è rappresenta magnificamente questa moglie-mamma-single tradita nelle aspettative, vilipesa, nevrotica e sempre, incredibilmente, speranzosa. Due figli da mantenere e una cronica mancanza di denaro, un'amica hippy (una stralunata Sydne Rome: ben tornata!) con la quale forma un improbabile e sfigatissimo duo canoro dal repertorio di infimo livello, ha comunque una routine che il prode ex consorte d'improvviso sconvolge richiamando a sé il figlio più piccolo. La realtà è che l'immobiliarista farabuttone che Luciano Baietti è sta fallendo e tutte le sue magagne stanno venendo a galla. L'arresto è imminente. Perché allora, come ultima spiaggia, non intestare tutto al figlio lontano, il figlio più piccolo, facendogli balenare un ritorno affettivo? Un autentico inganno, una vera bastardata. Eppur (forse) qualcosa si muoverà, sino al finale “agrodolce”.

Il figlio più piccolo, che il Maestro Pupi Avati ha tratto da un suo romanzo pubblicato da Garzanti, è una commedia amara, che offre innumerevoli spunti: dall'analisi di quanto i rapporti familiari possano o siano costretti a vivere di equilibri delicati e, nel contempo, cinici e feroci, un'incomprensibile, sovente, alternanza situazionale che segna indelebilmente le vite con carichi non facilmente gestibili – non vuole tuttavia la pellicola addentrarsi nei campi minati dell'introspezione, preferendo lanciare cenni e lasciare tracce sparse delle talora inverosimili e inafferrabili dinamiche affettive ed emotive – agli ampi riferimenti al degrado etico che caratterizza il nostro Paese, le storte collusioni fra affari, politica e potere. Un groviglio nerastro, una pietosa arte d'arrangiarsi, così – ahinoi – tipicamente italiota.

Certo Pupi Avati non affonda sempre pesantemente i colpi; sa anche rimanere lieve, leggero, ma non superficiale (e senza mai rinunciare). Si ride, si sorride, ci s'indigna, c'è quasi il lieto fine. Invero tutto rimane uguale a se stesso. In fondo la peggiore condanna. Una fatica di Sisifo, inutile.

Ottimo il cast. Detto di Fiamma-Laura Morante (la nipote di Elsa – zia per parte di padre –, un numero infinito di fratelli nella sua vita, ha 53 anni di splendida artisticità e fulgore) e di Luciano Baietti-Christian De Sica, notevole è l'interpretazione di Luca Zingaretti nei panni del mancato frate e “raffinata” mente economica (qualcosa non quadra però, se il castello della holding implode e crolla sulle sue scatole vuote), consigliori del rampante imprenditore-finanziere, e una piacevole sorpresa si rivela Nicola Nocella nelle vesti di Baldo Baietti, il figlio più piccolo, il cui candore è pari soltanto alla sprovvedutezza ereditata, pari pari, dalla mamma.

Questa pellicola conclude la trilogia che Pupi Avati ha voluto centrare sulla figura paterna. Dopo il padre inadempiente de La cena per farli conoscere e Il papà di Giovanna, arriva... «il peggiore dei tre. Si rammenta di avere un figlio solo per biechi motivi di interesse, per salvarsi, addossandogli i suoi tanti problemi con la giustizia e con il fisco». Il pretesto del film deriva anche... «dalla convinzione di quanto il successo economico condizioni ormai in modo irreversibile qualsiasi ambito del nostro vivere, spazzando via tutto il resto. Ormai soprattutto nel settentrione del nostro Paese conti per quello che hai, quello che possiedi è la misura di quanto vali».

Interessante anche il seguente giudizio di Luca Zingaretti sul proprio ruolo: «È un'anima nera, un ambiguo e amorale commercialista-squalo, una specie di Jago che muove i fili di questa inquietante vicenda di ingordigia, di finanza folle e di soldi bruciati. È lui che scrive i discorsi, indica la strategia e inonda di consigli perfidi il suo cliente, l'immobiliarista De Sica sull'orlo del fallimento, convincendolo a intestare le sue proprietà con tutte le sue perdite al figlio minore che in pratica non ha mai conosciuto, un ragazzo mite e ingenuo cresciuto nel suo mito. Quella che viene rappresentata è una banda di persone senza scrupoli, credo che la cosa più grave ma anche più divertente sia che questa gente non è immorale ma semmai amorale, fa delle gran porcate con la finanza ma le compie con leggerezza, come se non fosse una cosa negativa, perché è cresciuta ed è stata allevata nel culto della furbizia e senza nessuna etica, senza riflettere mai adeguatamente sul male che può procurare agli altri».

Tipi e topoi, già detto, di certa italianità predominante. La strettissima attualità del resto conferma appieno.

Concludiamo con una curiosità - nel 1976 Christian De Sica aveva lavorato con Pupi Avati, un piccolo ruolo in Bordella – e con un anniversario/augurio – il quarantesimo anno di attività di Pupi Avati e, se non abbiamo contato male, il quarantunesimo suo ciak. Dagli horror degli esordi, Thomas e gli indemoniati e Balsamus l'uomo di Satana, da La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone a Il figlio più piccolo, felice è stata la vena creativa del cineasta emiliano. Lunga vita a una delle eccellenze della cinematografia italiana.

 

Alberto Figliolia


Articoli correlati

  Pupi Avati. Parenti, amici e altri estranei
  Alberto Figliolia. "Una sconfinata giovinezza" di Pupi Avati
  Ciack si trema
  Gordiano Lupi. “Nonni” di Maria Antonietta Schiavina
  Gordiano Lupi. “Pupi Avati - Sotto le stelle di un film” di Paolo Ghezzi
  Gordiano Lupi. Quattro consigli di lettura
  Maria Paola Forlani. Le Stanze delle Muse
  Franco Patruno. Una favola ben riuscita dove tutto è semplice, anche la sorpresa
  Franco Patruno. "I Cavalieri che fecero l'impresa": il film di Pupi Avati ambientato nel Medioevo (2001)
  Maria Paola Forlani. Il Signor Diavolo di Pupi Avati
  Alberto Figliolia. Il grande sogno di Michele Placido, un bel film
  Montecarlo Gran Casinò (1987)
  Gianfranco Cercone. “Un altro ferragosto” di Paolo Virzì
  Le opere cinematografiche su Milano in guerra: i film
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy