Qualche anno fa Silvio Berlusconi trovò spiritoso, intelligente e coerente con il buon gusto che lo caratterizza, definire Emma Bonino “una protesi di Marco Pannella”. Oggi qualche commentatore e articolista, non meno spiritoso, intelligente e di buon gusto, sostiene che Emma Bonino si muove come teleguidata da Pannella, è lei che parla, digiuna, si candida; ma è Pannella che tira le fila, muove e gestisce. È un qualcosa che dovrebbe essere liquidata con la classica e sonora pernacchia di Totò nei Due marescialli; chi lo dice, lo scrive e lo pensa, non solo offende Emma; dimostra anche di non conoscere per nulla Emma, Marco e neppure i radicali.
L’informazione è il nodo cruciale per l’equo svolgimento del gioco democratico; e non lo si dice da oggi. A conclusione di un congresso radicale, nel 1977, si affermava che «la libertà di informazione è uno dei nodi di fondo su cui si gioca il destino della democrazia in Italia»; e ancora: «Si è potuto constatare che tutte le volte in cui i cittadini sono stati messi in grado di conoscere i grandi temi di scontro della lotta politica grazie a un’adeguata informazione, strappate per lo più dalle lotte democratiche di cui i radicali sono stati gran parte, il paese ha scelto nel senso della libertà e delle riforme».
Sembrano parole di oggi, per l’oggi. Sono state concepite e scritte più di trent’anni fa. E trent’anni fa, il 1976 per la precisione, Pannella, proprio come Emma oggi, fu costretto a ricorrere a un duro e faticoso sciopero della sete per ottenere una più equa ripartizione dei tempi televisivi. Lo si ricorda a quanti sostengono che i radicali, Pannella, Bonino hanno perso il loro appeal, il loro smalto, la loro credibilità, e che invece erano “buoni”, accettabili, convincenti “ieri”. A parte che “domani” diranno la stessa cosa, che i radicali buoni sono quelli di “oggi”, come si vede, i radicali, dicono oggi quello che dicevano ieri; e lo diranno ancora per molto tempo, perché la situazione sembra incancrenita, peggiora per quanto possa sembrare incredibile. Gli strenui difensori della libertà di stampa, infatti, tacquero indifferenti e complici allora; tacciono, indifferenti e complici oggi.
Le condizioni generali della politica sono tali da rendere sempre più difficile e proibitive le possibilità di azione di quanti, come i radicali operano e vogliono operare nella legalità. È la questione che Emma, con la sua difficile, dura iniziativa politica pone a tutti e a ciascuno di noi, come sanare almeno in parte questa incredibile, intollerabile serie di gravi illegalità che si consumano sotto i nostri occhi. E sta a noi decidere se restare inerti, indifferenti; oppure mobilitarci. Se si vuole, si può, se si può, si deve. Questa la situazione, questi i fatti.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 24 febbraio 2010)