Gianfranco Baldanello (1928) è un regista che nessun critico metterà mai in un’enciclopedia del cinema, ma è un onesto artigiano che comincia come aiuto, firma alcune seconde unità di film mitologici, firma il suo primo film nel 1966 e spesso si fa chiamare Frank G. Carroll.
Nell’erotico gira l’ignobile Da Scaramouche: or se vuoi l’assoluzione baciar devi ‘sto… cordone (1973), una via di mezzo tra decamerotico e avventuroso cappa e spada. Baldanello è regista rozzo e dallo stile approssimativo, ma questo titolo è tutto un programma.
Nella commedia sexy è importante L’ingenua (1975), film che lancia un’insolita Ilona Staller pre hard, in un erotico-campagnolo che vede nel cast anche Giorgio Ardisson, Daniele Vargas e Orchidea De Santis.
Il film è ambientato in Veneto ed è recitato in un buffo dialetto abbastanza comprensibile. Il tono è da farsa eccessiva un po’ scollacciata, la tipica pochade grottesca che parte da Plauto per realizzare un quadro divertente dei vizi privati della provincia italiana. Gli attori sono bravissimi e compensano lo stile rozzo di un regista che gira l’erotico con la tecnica del porno. Giorgio Ardisson è un perfetto sciupafemmine di paese, pettine alla mano, sempre pronto a insidiare le donne che gli girano intorno, piuttosto sciocco e facilmente raggirabile. Daniele Vargas è un caratterista geniale della commedia all’italiana, impegnato nella consueta interpretazione da vecchio sporcaccione pieno di grana che cerca di fregare il prossimo. Vargas cerca di inguaiare Ardisson per evitare di finire in galera dopo aver architettato una truffa ai danni di una vecchia contessa. Ilona Staller è una buona presenza erotica, sensualità e le capacità di attrice non sono il massimo, ma caratterizza bene la ragazzina maliziosa che vorrebbe sembrare ingenua ma è la più furba di tutti. Orchidea De Santis è la vera protagonista, perché quando la macchina da presa filma il suo ingresso in scena l’attenzione si focalizza sulla sua sfolgorante bellezza. Non è la protagonista, ma come al solito lo diventa, per sensualità, bravura e capacità di calarsi nel ruolo di un’attrice di provincia a caccia di un riccone che la mantenga. Notevole la parte comico-erotica dove amoreggia con Ardisson all’interno di un’auto - citazione dei nostri amori fugaci anni Settanta - anche se la tecnica di regia non è il massimo. Ilona Staller è protagonista di molte scene di nudo, interpreta la finta ingenua, la maliziosa lolita tipica di questo genere, ruolo ben ricoperto da Gloria Guida in pellicola come Blue Jeans, La ragazzina e La liceale. Baldanello cita La nipote (1974) di Nello Rossati a più riprese, pare che abbia visto il film e che voglia rifare diverse sequenze di culto, ma corrette con una tecnica approssimativa. Vediamo la Staller improvvisarsi cameriera e interpretare la sequenza erotica al tavolino recitata da Orchidea De Santis nel film di Rossati. Vargas alza la gonna della Staller e le accarezza il posteriore dopo aver sfilato le mutandine. Baldanello inserisce i più comuni elementi della commedia sexy: voyeurismo, spogliarelli involontari, mani che si muovono sotto un tavolo, carezze proibite e comicità di grana grossa. Non mancano momenti da pura farsa di provincia: il ristorante “Alla Padella” con i clienti che picchiano la testa nel padellone e si riconoscono per il bernoccolo in fronte, un muratore che cade dalla scala al passaggio di un auto, bucce di banana che fanno cadere i protagonisti in un pagliaio. La storia è modesta, niente più che una serie di gag rozze e farsesche inserite in un contesto erotico-campagnolo. Tutto termina in bagarre, come da pochade che si rispetti in un finale dove tutti vanno a letto con tutti, ma non con il rispettivo compagno. Il finale vede Vargas arrestato dai carabinieri, mentre la Staller scappa con i soldi e salva Ardisson da un matrimonio riparatore con una ragazza bruttissima.
Gianfranco Baldanello lo ricordiamo nella commedia sexy anche per il modesto Quella provincia maliziosa (1975), un erotico provinciale interpretato dalla pessima Wilma Truccolo (Karin Well), uno sconosciuto Andrea Nova e - per fortuna - da Daniele Vargas che risolleva il tasso comico. Baldanello termina la sua avventura con il comico-erotico regalandoci una dottoressa apocrifa dall’eccessivo titolo Che dottoressa ragazzi! (1976), interpretata da Mariangela Giordano, Maria Pia Conti e Femi Benussi. L’ambientazione è ancora una volta provinciale, siamo in una Sicilia piena di repressioni sessuali e la dottoressa si cimenta nell’arte di svegliare e portare a letto i maschi locali.
Gordiano Lupi