In queste ore sono volate dichiarazioni di condanna da ogni parte nei confronti del regolamento sulla par condicio che ho proposto e fatto approvare dalla Commissione di Vigilanza sulla Rai. Questo testo rappresenta una conquista storica per il movimento radicale, e per le battaglie condotte sul fronte dell'informazione degli ultimi 40 anni.
Tutte le opinioni sono legittime, purché basate sui fatti. Per questo è bene chiarire che la norma approvata non “sospende” i talk show, non li “taglia”, non li “oscura”, tantomeno li “censura”.
Per chiarire le ragioni per cui abbiamo proposto questo regolamento, alcuni compagni hanno realizzato su Facebook queste domande & risposte che spero troverete utili.
Il regolamento approvato dalla Commissione di vigilanza su proposta del parlamentare radicale Marco Beltrandi sopprime i talk show politici?
> No, devono solo rispettare le regole che la legge prevede, e cioè dare parità di spazio ai diversi candidati presidente ed ai diversi partiti. Potranno organizzare i faccia a faccia tra i candidati Presidenti di Regione; i confronti tra i partiti; le interviste dei leader. L’unica cosa vietata è favorire un partito (invitandolo più volte di altri) o un candidato (organizzando una puntata solo per lui).
Il regolamento è un ennesimo attacco alla libertà di informazione, a favore di Berlusconi?
> Il regolamento stabilisce soltanto che le trasmissioni di maggiore ascolto non potranno invitare solo chi vogliono loro, dando più spazi ad un partito/leader o ad un altro a seconda dell’orientamento di ciascuna, il motivo per cui finora sono state condannate in ogni campagna elettorale, per decine di volte. I dibattiti tv delle presidenziali americane, le trasmissioni politiche più seguite al mondo, sono regolati nei minimi dettagli: dalla posizione che assumono i candidati (sul podio o seduti intorno a un tavolo), al tempo di risposta dopo ogni domanda, alla possibilità o meno di ribattere alle risposte del contendente, agli argomenti dei vari dibattiti. In occasione delle primarie, quando i candidati arrivano ad essere anche più di 6 o 7, sono invitati tutti su un piano di parità.
Le trasmissioni saranno ingestibili, con decine di partiti e partitini?
> No, perché sono ammessi a livello nazionale solo i candidati Presidente ed i partiti che saranno presenti in un numero di Regioni che rappresentano almeno ¼ dell’elettorato coinvolto. I partiti non devono essere presenti tutti insieme ma anche distribuiti in più puntate.
“Report”, “Che tempo che fa”, “Domenica In” dovranno chiudere?
> No. Come da sempre accade in periodo elettorale, semplicemente non potranno ospitare politici. Se lo fanno, devono dare spazio uguale a tutti.
Si vuole cancellare l'audience dei talk show?
> Falso. Quando si fecero i faccia a faccia all’americana, ad esempio tra Prodi e Berlusconi, con Mentana e con Minum moderatore, furono seguiti dai più di dieci milioni di persone.
Mediaset e le altre tv private saranno invece libere?
> No. La legge prevede che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni faccia un regolamento analogo a quello della Commissione di vigilanza.
Cosa potrebbe accadere:
> “Porta a Porta”: 4 trasmissioni settimanali, adatte per i confronti tra partiti (4 a puntata ad esempio). Possibili anche (come già fatto alle elezioni Regionali del 2000) che si tengano all’interno della stessa puntata due o tre sessioni, ciascuna con un faccia a faccia tra i candidati Presidente di una Regione.
> “Annozero” e “Ballarò”: mantenendo una sola puntata a settimana (quindi 4 ciascuna nei 30 giorni finali), potrebbero organizzare confronti tra partiti, 4 esponenti per puntate ad es. (come già fa “Ballarò”). Con due puntate settimanali ciascuna, potrebbero anche dedicarsi ai faccia a faccia tra Presidenti Regioni.
> Vespa, Santoro, Floris: potrebbero anche condurre le interviste ai leaders previste per gli ultimi 15 giorni, in spazi ad hoc.
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Regole per i talk show: domande, risposte & i tuoi commenti
On. Marco Beltrandi,
parlamentare radicale, membro della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai-tv
Cosa dice il regolamento sulla par condicio per le elezioni regionali 2010