Chissà se la poesia si può incontrare un po' ovunque. Se basta volerla scorgere.
C'è chi pensa sia arte nobilissima e rara. Chi la ricerca solo nelle apposite raccolte, e di autori noti e riconosciuti. Chi la considera ormai spenta, come una lingua morta, caduta in disuso e ne può fare tranquillamente a meno. C'è chi la ritrova esclusivamente nel passato, nei grandi che mai più torneranno.
E poi, invece, ci sono i sostenitori della poesia ad ogni costo, basta che sgorghi dalla linfa delle emozioni più vere, i difensori dello status di poeta-cantautore (Una per tutti la Pivano, che ne considerava De Andrè il maggior esponente. E lui stesso si schermiva da questa definizione...).
La poesia per qualcuno, poi, si può incontrare in certa narrativa che parla con voce di poeta. Ma anche in un'azione, ma anche in uno sguardo.
Diceva Grytzko Mascioni, poeta retico come amava definirsi, che «la poesia è quel di più dell'umano che sconfina nella chiarìa del divino».
Forse è una sorta di chiave d'accesso a se stessi, o una parola d'ordine per spiegarsi la vita. E chi la frequenta impara un codice diverso di espressione, e sa di poterla considerare porto sicuro, consigliera, o semplicemente l'ascolta, e se ne gode la coccola.
Questo pomeriggio io ne ho incontrato i bagliori attraverso i versi di Vincenzo Costantino Chinaski, poeta milanese.*
E ve la propongo. Ha per titolo
LE CENTO CITTÀ
Ognuno ha le sue prigioni
Ognuno ci convive
Ma quando le pareti cominciano a restringersi
quando lo specchio comincia a darti del tu
quando i marciapiedi ti provocano
e la strada sembra il tuo tappeto rosso
metti insieme il tuo bagaglio
riempilo di ricordi, di speranze, di emozioni, di musiche e liti,
di illusioni d'epoca
trovati un amico e comincia la condivisione
Vai a caso
Lascia le lacrime sul cuscino
incontrati con la vita
scontrati con il dolore
Ruba l'amore
non avere una meta, ma cento
prova a ritornare perché è il ritorno che dà senso al viaggio
gira intorno al mondo, non girare con lui
Affrancati da te stesso e dall'attesa
Per amar la vita bisogna tradire le aspettative
Guardati intorno
e guardati da chi si professa libero
Il sapore della libertà è la paura
Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla.
Annagloria Del Piano
* Classe 1964, interprete e narratore, amico e collaboratore di Vinicio Capossela.