Il carnevale cubano è una festa estiva che si svolge alla fine del mese di luglio. Nasce dalle feste mascherate degli schiavi neri del XVIII secolo ai quali veniva concesso un solo giorno di festa: il 6 gennaio, in occasione dell’Epifania. In seguito la data di svolgimento si è spostata a fine luglio per festeggiare la conclusione della raccolta della canna da zucchero. All’Avana i festeggiamenti si svolgono sul lungomare cittadino e consistono in sfilate di carri allegorici, non costruiti con cartapesta, ma con legname, intelaiature di ferro e materiale di risulta. I carri sono attrezzati sopra mezzi semoventi e sono veri e propri castelli illuminati che trasportano interi corpi di ballo. Non presentano mai contenuto politico o satirico - per motivi legati alla mancanza di libertà - ma le scene raffigurate tramite coreografie derivano dalla tradizione religiosa, mitologica, storica… Il contenuto è strettamente folclorico-tradizionale. All’Avana non ci sono mascheroni di cartapesta, ma solo corpi di ballo, scuole di salsa, musicisti e persone preparate con cura per rappresentare una determinata scenografia. Ogni quartiere partecipa con le sue tradizioni, si raccontano le leggende della santeria, la vita degli schiavi, alcune storie popolari, l’epopea degli cimarrones (schiavi in fuga dalle piantagioni), le guerre d’indipendenza, la raccolta della canna da zucchero… Il quartiere cinese mette in scena un’allegoria legata al calendario orientale e raffigura le sue tradizioni.
I carri sono in gara tra loro e vincerà la coreografia più bella e maggiormente curata. Ogni carro ha la sua regina, ma tra tutte le ragazze dei quartieri verrà scelta la regina del carnevale.
All’Avana ci sono due carnevali di quartiere piuttosto famosi: il carnevale di Guanabacoa e quello del barrio chino entrambi dotati di una fisionomia ben distinta, perché il primo è legato alla santeria e ai culti afrocubani, mentre il secondo è collegato alla cultura cinese, simboleggiata da un enorme e immancabile dragone.
I balli tipici del carnevale sono la conga e il guaguancón. Nella conga si segna il ritmo percuotendo il suolo con ciabatte di legno. I carri si snodano in cortei chiamati congas, caratterizzati dalla presenza di tamburi africani. Al carnevale di Santiago sono presenti anche grandi mascheroni di cartapesta (muñacones) raffiguranti divinità della santeria, eroi del passato e personaggi popolari, che vengono indossati dai ballerini. Non possono mai mancare le comparsas, gruppi di ballerini e di figuranti che sfilano danzando.
Il carnevale cubano non è una festa per bambini ma un divertimento notturno per adulti che comincia dopo le 19 e prosegue per tutta la notte, anche se i carri allegorici si fermano intorno alle una del mattino. La musica va avanti per tutta la notte, mezzi governativi servono la pessima birra della pila, a buon mercato ma di qualità scadente, si mangia a buon prezzo e si beve rum bianco della peggiore specie, prodotto in casa, il fetido cispes de tren (scintille di treno) che non è neppure lontano parente della canna da zucchero. Il carnevale è un divertimento sconsigliato per le famiglie - salvo stare fermi in tribuna a guardare, ma non è atteggiamento da cubani - perché è una festa pericolosa, frequentata da ubriaconi e malintenzionati. Si tengono al pomeriggio, in alcuni quartieri popolari, feste dedicate ai bambini.
Il carnevale è stato introdotto a Cuba dagli spagnoli, ma la versione corrente è corretta secondo le tradizioni degli schiavi africani. Gli schiavi neri hanno sempre usato il carnevale per esprimere la loro cultura, anche perché era la sola occasione che avevano per prendersi gioco del padrone. I cubani di oggi non possono fare neppure quello, ma hanno comunque il diritto di ballare…
A Varadero il carnevale si svolge a febbraio, ma solo per motivi turistici. Varadero, infatti, non è Cuba, ma è un immenso villaggio turistico popolato da stranieri in vacanza. La data di febbraio non ha niente a che vedere con la cultura cubana. Il carnevale di Santiago è forse la festa più popolare dell’Isola, comincia il 20 luglio e prosegue per una settimana, includendo anche la festa nazionale (26 luglio). Tutto è politicizzato, ormai.
Gordiano Lupi