Paolo Roversi
L’uomo della pianura
Mursia, 2009, pagg. 390, € 17,00
«Milano è da sempre l’università del crimine e nella magica Bassa ci sono pure gli indiani padani. Paolo Roversi spicca il volo con questa tosta e malinconica storia di mala». Questa è la quarta copertina con un consiglio d’autore firmato Massimo Carlotto, uno che di noir se ne intende. Paolo Roversi è molto più di una promessa, perché ha inventato una serie interessante con protagonista il giornalista di nera e hacker Enrico Radeschi, innamorato di Bukowski fino a chiamare Buk il suo cane e di una Vespa gialla del 74 con la quale vaga per le strade di una Milano notturna e nebbiosa ispirata alle atmosfere di Scerbanenco. Il primo romanzo di Roversi è Blue Tango (Stampa Alternativa), seguito da La mano sinistra del diavolo (2006) – Premio Camaiore di Letteratura Gialla –, Niente baci alla francese (2007) e Gli agenti segreti non piangono (2009). Radeschi è un personaggio ormai entrato nell’immaginario del lettore di gialli italiani, perché è un investigatore atipico, dotato di caratteristiche idonee a differenziarlo dai commissari panzoni e amanti del buon cibo che il mercato pretende dallo scrittore italiano. Prima di tutto è un giornalista di nera che si muove bene tra libri e computer, ma spesso si trova coinvolto in complicati casi criminali. L’ultima avventura del giornalista è la più nera in assoluto, il suo avversario è il terribile Hurricane, un ex carcerato che si trasforma in un pericoloso capobanda. Roversi dimostra di aver assimilato la lezione di Scerbanenco, costruisce un noir duro e carico di tensione che avvince il lettore con un ottimo uso del dialogo e ricorrendo a scene rapide ed essenziali. La Milano di Roversi è senza speranza, costellata di personaggi negativi, bische clandestine, criminali senza scrupoli, traffico di droga e lotte di potere tra boss. Sembra di trovarsi in un film di Fernando di Leo, uno dei nostri migliori autori noir che traeva ispirazione da Melville e Scerbanenco. Omicidi e sparatorie non mancano e neppure il clima da giallo classico al quale Roversi ha abituato i lettori. Non per niente è stato tradotto in Spagna e sono prossime le edizioni in lingua tedesca dei suoi primi romanzi.
La lettura è consigliata per tutti gli amanti del giallo e delle atmosfere nere, ma soprattutto per chi è libero da pregiudizi e sopporta il crudo realismo delle sequenze criminali. Roversi da buon giallista padano non risparmia su suspense, omicidi e atmosfere inquietanti.
Gordiano Lupi