Quando si parla di Rai, la legge è un optional. Lo si evince dal surreale “dibattito” sulla pubblicazione dei compensi dei conduttori Rai riapertosi in questi giorni in Parlamento. Da una parte Sergio Zavoli, presidente della Commissione di vigilanza Rai, che “propone” la pubblicazione, e dell'altra la reazione dei membri del consiglio di amministrazione Rai. «Sì alla pubblicazione dei compensi», dice Zavoli; «Certe proposte appaiono affascinanti ma possono sconfinare nella demagogia», risponde il consigliere del Cda Nino Rizzo Nervo (foto).
Ecco una proposta interessante, verrebbe da dire... ma la pubblicazione dei compensi è già prevista dalla legge, legge che da anni la Rai ignora e viola impunemente.
Proprio la violazione di questa norma è stata oggetto di una nostra denuncia alla Corte dei Conti, che ha riconosciuto l'illegalità in cui versa la Rai per la mancata pubblicazione dei compensi. Con la senatrice Donatella Poretti abbiamo anche presentato una interrogazione parlamentare di cui evidentemente neanche la Commissione di vigilanza sa niente.
Per comprendere l'assurdità di questa “proposta” per fare ciò che la legge già richiede, basta visitare il sito della Rai dove si sarebbero dovuti pubblicare i compensi. Nell'intestazione della pagina si legge: «Comunicazione dei dati relativi ad incarichi conferiti, ai sensi dell'art. 3, comma 44, Legge 24 dicembre 2007 n. 244 e della circolare DPCM 16/3/07». E laddove dovrebbe apparire l'elenco dei compensi, si legge laconicamente da oltre tre anni: «Lavori in corso».
Per chi ancora non si rassegna alla diffusa illegalità della Rai e la continua presa per i fondelli delle nostre istituzioni, c'è un modo per farsi sentire: disdire subito il canone-tassa Rai. Qui come aderire alla campagna dell'Aduc “Disdici il canone Rai”.
Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc