Dopo aver letto la replica risentita del Prof. Giovanni Serpelloni, Capo Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla nostra interrogazione (2-00152 del 20 gennaio) sulla reale esistenza di un “sistema di allerta precoce”, formuliamo le seguenti considerazioni:
- innanzitutto, noi avevamo interpellato il Presidente del Consiglio dei Ministri; il fatto che ci risponda Serpelloni dobbiamo intenderlo come conferma che ormai, non solo nel campo delle tossicodipendenze, la burocrazia conta più dei politici?
- Serpelloni scrive «Sistema Nazionale di Allerta» senza aggettivi, ma il decreto 23 gennaio 2009, che Serpelloni dovrebbe ben conoscere visto che è il provvedimento che fissa le sue funzioni, parla di «sistemi di allerta precoce... per l'evidenziazione precoce dei rischi e delle possibili conseguenze rilevanti per la salute della popolazione» (art. 2, comma 6); dobbiamo dedurre che visto che finora la “precocità” dell'allerta è una chimera, Serpelloni si è messo il cuore in pace e ha risolto il problema togliendo semplicemente l'aggettivo?
- Serpelloni scrive testualmente che «... la segnalazione di un numero particolarmente elevato di overdose infauste nell'area torinese da parte di una associazione di volontariato operante nella Regione Piemonte è giunta per la prima volta al Sistema Nazionale di Allerta dopo che già 15 decessi erano avvenuti, con un ritardo di oltre 2 mesi... Il ritardo nell'attivazione dell'allerta non può essere imputato al Sistema nazionale ma, in caso, ad una scarsa sensibilità informativa dei sistemi e degli osservatori locali oltre che ad una oggettiva difficoltà da parte delle unità di primo rilevamento di percepire il fenomeno nelle sue fasi iniziali». Più chiari di così! È la dimostrazione che il “Sistema Nazionale di Allerta” (precoce) è una bufala: e a nulla vale scaricare il barile sugli “osservatori locali” o tentare di buttarla in caciara, accusandoci di denigrare in un colpo solo magistrati, poliziotti, medici e assessori regionali. O fornire grafici che dovrebbero dimostrare che, una volta partita l'allerta, le overdose sono diminuite; sono diminuite semplicemente perché c'è stato un “passaparola” fra consumatori e spacciatori; i primi non vogliono morire, i secondi non vogliono perdere clienti.
Noi non accusiamo l'universo mondo ma puntiamo il dito su Serpelloni, chiedendogli conto di quello che è tenuto a garantire in base a un decreto emanato dal suo riferimento politico, il sottosegretario Carlo Giovanardi. Se Serpelloni non è in grado di garantire quello per cui viene pagato, ne tragga le dovute conseguenze.
senatori Donatella Poretti e Marco Perduca, Radicali-Pd