Riceviamo da un socio dell’associazione un intervento che ci pare riassuma quello che avviene nel nostro territorio (e non solo) nei giorni che anticipano le vacanze di Natale. Ci pare riassuma anche i “mal di pancia” e la tempesta emozionale che i genitori provano nel vivere situazioni di oggettiva discriminazione grazie a dirigenti ed insegnanti che, sicuramente in buona fede, agiscono e progettano interventi senza considerare che la scuola pubblica è scuola di tutti, è scuola che contiene e non espelle: è una scuola che tiene dentro perché discende e risponde nei significati alla Costituzione della Repubblica Italiana. (la Segreteria di Scuola e Diritti)
Laicità: “Qualità o condizione di chi e di ciò che sostiene la piena indipendenza del pensiero e dell’azione politica dei cittadini dall’autorità ecclesiastica” (Dizionario Garzanti). Laicità non è negazione delle religioni, non è sinonimo di ateismo o di agnosticismo, semmai laicità è garanzia per le diverse forme di pensiero affinché tutte siano riconosciute e rispettate.
Quindi è laico un ateo, è laico un agnostico, è laico un religioso di qualsiasi religione, è laico chiunque creda in una società civile fondata sul rispetto della Costituzione e dei Diritti dell’Uomo. È dunque laica anche la nostra scuola pubblica in quanto istituzione di uno Stato laico per definizione della stessa Costituzione che all’articolo 7 sancisce che Stato italiano e Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, sovrani e indipendenti. Significa la negazione di reciproche influenze ed intromissioni.
L’articolo 3 recita che tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali e personali, sono uguali davanti alla legge e devono essere in grado di sviluppare pienamente la loro personalità sul piano economico, sociale e culturale.
L’articolo 8 dichiara che tutte le confessioni religiose, diverse da quella cattolica, sono egualmente libere davanti alla legge. Non a caso esistono le scuole private religiose per chi decide di frequentare una scuola fondata prima di tutto sulla religione. Così come esistono scuole private sportive per chi vuole che i propri figli abbiano primariamente una formazione sportiva, o scuole private francesi per privilegiare la lingua francese, o inglesi o americane affinché gli studenti apprendano le discipline in inglese...
Tutti possono scegliere la scuola che meglio risponde ai proprio credo, al proprio pensiero, al proprio portafoglio. Ma la scuola pubblica si fonda sul rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana ed è per definizione laica e chi la sceglie (sia come insegnante, dirigente sia come utente) sa che deve rispettare tutti, tanto è vero che le ore di irc (insegnamento religione cattolica) sono facoltative già dalla scuola dell’infanzia e al momento dell’iscrizione i genitori, tra le altre cose, devono scegliere se far avvalere il proprio figlio dell’irc oppure no e, in questo secondo caso, i genitori hanno varie opzioni, ad esempio, possono scegliere di far svolgere al proprio figlio attività alternative, oppure possono scegliere di riportarlo a casa.
Ma ci sono scuole pubbliche che, all’avvicinarsi del Natale, dimenticano la laicità e con essa la Costituzione e mettono in piedi spettacoli natalizi religiosi, con canti religiosi, presepi viventi, recitati in chiesa, al di fuori delle due ore di religione, occupando, per prepararli, le ore di italiano, matematica, storia, geografia. Queste scuole, per circa un mese, tale è solitamente il tempo necessario per preparare uno spettacolo, si dimenticano dei bambini non avvalentesi dell’irc e i genitori si ritrovano, senza alcun preavviso, i figli a recitare nei presepi viventi, a cantare canzoni religiose e, a volte, anche a dovergliele insegnare a casa.
Ci sono scuole, invece, che non dimenticano e non discriminano nessuno e che comunque organizzano bellissimi spettacoli di Natale ricchi di messaggi di amore, fratellanza, pace, insegnando così ai bambini che i valori universali appartengono a tutte le persone e che non sono necessariamente veicolati solo da una religione o dalle religioni. Queste scuole, spesso, sono quelle in cui il numero degli stranieri, dei portatori di handicap, degli svantaggiati, dei non religiosi o di credenti in religioni diverse dalla religione cattolica, è maggiore perché sanno attivare dei percorsi di accoglienza, di supporto che altre scuole non sanno offrire. E non si deve credere che le scuole più rispettose delle diversità tra le persone siano scuole ghetto per svantaggiati e stranieri, solitamente sono le scuole più moderne e all’avanguardia.
Le vere scuole ghetto rischiano di essere quelle che si chiudono in se stesse e che offrono agli studenti poco più di quello che offrivano cinquant’anni fa, senza guardare e considerare il tempo che passa, la società che cambia, il mondo che va avanti nonostante esse si ostinino a non vedere. Raramente in queste scuole si iscrivono stranieri, portatori di handicap, svantaggiati, figli di non credenti o di credenti a religioni diverse dalla Religione cattolica, perché i genitori si informano e vanno dove sanno che troveranno le porte aperte, sostegno ai loro figli e rispetto dei loro figli in un percorso che arricchisce tutti: alunni, insegnanti, dirigenti e genitori.
Sono queste le scuole dove si insegna che l’onestà non ha bandiere, colori o simboli e che si può essere onesti senza essere necessariamente religiosi ma si può essere religiosi e non essere onesti, basti pensare ai mafiosi che vanno in chiesa, agli integralisti islamici che in nome della religione fanno stragi di innocenti, ai politici che, pur dichiarandosi fermamente cattolici, varano leggi che rifiutano soccorsi agli stranieri in fuga da paesi sconquassati dalla povertà e dalla dittatura o che sostengono la caccia ai clandestini per festeggiare un “bianco Natale”.
La religione, qualsiasi essa sia non è garanzia dell’onesta e il mondo sarà veramente emancipato quando i valori universali di pace, fratellanza, rispetto, libertà, saranno veicolati da una umanità laica che crede prima di tutto nel rispetto della persona, a partire anche dagli spettacoli di Natale.