Da un paio di giorni a questa parte il mio quotidiano preferito riempie le pagine culturali con una polemica pretestuosa portata avanti dal mitico clan degli pseudo scrittori. Abbiamo cominciato con Paolo Nori che scrive su Libero ma non è di destra e con Andrea Cortellessa che pare uno di sinistra, ma a dire il vero non ricordo dove scrive, forse su Il Manifesto ma mica sono sicuro, credo di non aver mai letto un racconto di Andrea Cortellessa, men che meno articoli. Paolo Nori, invece, l’ho letto anche troppo, al punto che m’è venuta la saturazione e adesso non lo leggo più, da quando mi sono accorto che un paio di volte all’anno scriveva lo stesso libro e dopo cambiava il titolo. Mi sono chiesto spesso perché mai Einaudi e Feltrinelli pubblicassero Nori, ma in fondo, dopo aver letto Pancetta e dopo aver annusato i cani di Pavlov, mi sono detto che era un problema loro, mica mio. Ecco, adesso Nori scrive su Libero e rivendica il diritto a farlo. Si accomodi pure, forse scriverà ogni giorno lo stesso articolo e dopo cambierà il titolo, al solito non è un problema mio, tanto leggo La Stampa e sono contento di non sfogliare pagine imbrattate da Nori. Al massimo mi tocca Scurati, ma lui lo reggo benino, non è così male se si prende a piccole dosi, soprattutto quando scrive articoli e non cerca di dimostrare d’essere un genio. Tanto per arrivare a una conclusione volevo dire che questa polemica sugli scrittori mica è finita qui. No davvero. Oggi leggo un lungo pezzo di Tiziano Scarpa - che ha vinto lo Strega ma è convinto di aver preso il Nobel e pensa d’essere uno scrittore pure lui - dopo aver partorito schifezze come Corpo e soprattutto Kamikaze d’occidente, una sorta di diario particolareggiato delle sue scopate, vere o presunte. «Il vero problema della stampa italiana è che non abbiano spazio i Wu Ming e Aldo Nove», dice Scarpa. Non so se ridere di gusto o arrabbiarmi di brutto. Ora si esagera, penso. Facciamo scrivere tutti, allora. Avete presente chi è Aldo Nove? Ha scritto La più grande balena morta della Lombardia… non vi dico di comprarlo perché non vi voglio male e non consiglierei la lettura di un simile stupidario neppure al mio peggior nemico. E i Wu Ming? Non firmano neppure con il loro vero nome, sono cinque o sei persone (ma chi se ne frega di quanti sono?) che ogni tanto pubblicano un romanzo inutile di settecento pagine. Io li conosco solo perché ogni tanto uno di loro va a Cuba e poi torna in Italia per dire che va tutto bene, il socialismo reale è ancora al suo posto.
Il vero problema, caro Tiziano Scarpa, è che oggi come oggi gli scrittori che fanno opinione, degni di scrivere su un quotidiano, sono sempre meno. Il vero problema, caro il mio Paolo Nori, è che non ci sono più Pasolini, Moravia, Calvino, gente che era un piacere leggere ogni giorno, ma purtroppo sono scomparsi anche Buzzati, Pavese e Bianciardi. Non siete proprio la stessa cosa, fatevelo dire. Restate pseudo scrittori, bravi a fare i recensori dei libri scritti dagli amici per dire sempre quanto è bravo questo e quanto è bravo quello, pure se ha scritto una puttanata, così dopo l’altro ricambia il favore. In questa nostra Italia letteraria scrive persino Giulio Mozzi e ci racconta cosa pensa quando viaggia in treno. Per fortuna almeno ha il buon gusto di tacere e non pretende la Terza Pagina del Corriere. Pure io sogno un quotidiano dove trovo firme di grandi scrittori, ma Dio mi salvi da Nori, Scarpa, Wu Ming, Nove e compagnia cantante. Nel mio giornale voglio articoli di Yoani Sánchez, Mario Vargas Llosa, Milan Kundera, Antonio Tabucchi, Leonardo Padura Fuentes, Abilio Estévez, Luis Sepulveda, Marijane Satrapi…
Credo che la differenza salti all’occhio.
Gordiano Lupi