Signor Presidente della Repubblica,
insieme ai nostri vivi auguri per il Suo alto compito, Le rivolgiamo una calda richiesta, che viene dal popolo della pace, di festeggiare il prossimo 2 giugno come vera festa della Costituzione, come festa del voto popolare che ha voluto la Repubblica e eletto la Costituente, e niente affatto come festa militare.
Ammessa, per amore di dialogo, e non concessa la necessità dell'esercito – che noi come tale discutiamo (tra esercito e polizia democratica la differenza è essenziale, come tra la violenza e la forza, la forza omicida e la forza non omicida) – esso non è assolutamente il simbolo più bello e vero della patria, non è l'esibizione giusta per il giorno della festa della Repubblica: nell'ipotesi più benevola, è soltanto una triste necessità.
La parata militare è brutta tristezza e non è festa. La parata delle armi non festeggia la vita e le istituzioni civili del popolo, non dimostra amicizia verso gli altri popoli, non è saggezza politica. Non è neppure un vero rispetto per chi, sotto le armi, ha perso la vita.
Rispettando le diverse opinioni, è un fatto inoppugnabile che l'esercito non ha avuto alcuna parte nell'evento storico del 2 giugno 1946, quando unico protagonista è stato il popolo sovrano e l'azione democratica disarmata: il voto.
Nella festa del 2 giugno l'esercito è fuori luogo, occupa un posto che non è suo.
Primi firmatari:
Enrico Peyretti, insegnante
Lidia Menapace, senatrice
Anna Bravo, storica, docente
Giancarla Codrignani, già parlamentare, saggista
Angela Dogliotti Marasso, insegnante
Alberto L'Abate, docente, sociologo
Marco Revelli, docente, saggista
Luigi Sonnenfeld, prete operaio
Per aderire:scrivere al Presidente della Repubblica (all'indirizzo di posta elettronica: presidenza.repubblica@quirinale.it, ricordando che si deve firmare con il proprio nome, cognome e indirizzo completo, altrimenti le lettere non vengono prese in considerazione) e comunicando a La nonviolenza è in cammino (e-mail: nbawac@tin.it) di avere scritto al Presidente.
(da La nonviolenza è in cammino, n. 1295 del 14/05/2006)
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Aderisco volentieri a questo appello, augurandomi che la corrispondenza di Giorgio Napolitano alla richiesta che gli viene rivolta (magari anche da molti lettori di questo giornale web) faccia il paio con la scelta e l'annuncio di Emma Bonino a Ministro della Difesa (da rinominare al più presto, affinché vi sia corrispondenza fra nome e fini, “Ministro alla Sicurezza”).
Enea Sansi
direttore de 'l Gazetin
Morbegno, 14 maggio 2006