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Simona Borgatti. Aiuto! Mi sono usciti i genitori da sotto la cattedra!
On. Paolo Grimoldi,
On. Paolo Grimoldi, 'Lega Nord Padania' 
18 Gennaio 2010
   

Dalle pagine del Corriere di sabato 16 gennaio, apprendo la notizia che in una scuola elementare della provincia di Milano, una maestra è stata oggetto di un’interrogazione parlamentare. La colpa? Aver fatto leggere Il Diario di Anna Frank (ultima edizione Einaudi) senza censurare il contenuto della lettera del 24 marzo 1944 nella quale Anna descriveva con innocenza le proprie parti intime. La buriana è stata compiuta da soli quattro genitori su una quarantina circa, che però avevano conoscenze “eccellenti” dato che si sono rivolti direttamente ad un esponente leghista, l’onorevole Grimoldi. Da qui l’approdo di tutta la vicenda alla Camera dei Deputati. La maestra si difende dicendo che non aveva richiesto la lettura integrale del libro, ma solo letture selezionate e guidate da lei stessa. Secondo Grimoldi, invece, la lettura avrebbe turbato i bambini.

Nessuno nega la tutela dell’infanzia e l’impreparazione di alcuni docenti, ma questo episodio mi sembra in piena sintonia con un “trend” molto praticato nelle aule scolastiche di cui nessuno parla: le ingerenze genitoriali.

Ricordo un mio episodio scolastico: in matematica sono sempre andata male, ma un giorno di terza elementare imbroccai tutta una numerazione, eppure la mia maestra mi diede un bel cinque. Mia madre, che della mia maestra era collega, le chiese gentilmente la motivazione. Lei, senza scomporsi, fu ferma nel dire “Sì, il calcolo è giusto, ma quando è andata a capo non ha incolonnato le decine sotto le decine, le centinaia sotto le centinaia e così via”. Mia madre non replicò, non andò dalla direttrice né tanto meno fece un esposto a qualcuno. A quell’epoca (anni ’70) c’era la maestra unica e i voti, esattamente come la nostra Mary Star vorrebbe che sia nel 2010, ma forse c’era più rispetto per tutta la categoria. Anche quando la categoria sbagliava andando contro i sani principi della pedagogia, anche quelli dettati dal buon senso.

Oggi invece sembra che il buon senso lo stiano perdendo tutti e soprattutto non si veda l’ora di cogliere in castagna i docenti a riprova che questi sono proprio dei grandi incompetenti nonché fannulloni.

I genitori sono cambiati: tutti hanno un diploma di scuola superiore e magari una laurea, molti hanno la loro pedagogia preferita e a questo proposito risulta super gettonata quella staineriana; come se non bastasse, anche la tecnologia sta affondando la categoria dei docenti: saper navigare in Internet per molti genitori equivale ad essere tuttologhi, i vari “brain trainer” e giochi didattici spopolano facendo venire il ragionevole dubbio circa l’utilità delle scuole. Quasi tutti i genitori pensano di avere figli geni solo perché questi sanno contare o leggere a cinque anni, chiedendo così l’ingresso anticipato dimenticandosi invece che per la scuola elementare i pre-requisiti possano essere altri. Alle assemblee di classe si lamentano perché i progetti sono pochi, ma si lamentano ancora di più quando scoprono che questi progetti costano tanto. Pensano che la maestra debba essere un perfetto incrocio tra la signorina Dolce Miele di Matilda, il ragazzo di Art Attack, il professore de L’attimo fuggente passando per l’animatrice del Villaggio Vacanze: un ibrido che non faccia faticare i bambini, che li diverta e al tempo stesso insegni loro tutto lo scibile umano, magari facendo la soffiata di quando ci saranno le verifiche in modo da preparare “lo scarrafone” per fargli prendere un bel dieci. In Commissione Mensa vogliono gli alimenti DOP&BIO, ma poi ammettono candidamente del tour proibito da MC Donald’s. E che dire dei confronti tra figli e maestre sul filo dell’ultimo quaderno alle 16:30 o dei permessi di uscita anticipati per arrivare in tempo alla lezione di “danzabasketkaratè”?

E va ricordato che i genitori, da quarant’anni, possono far parte degli Organi Collegiali, che viene dato loro spazio in Consiglio d’Istituto, alle Interclassi, alle Assemblee. Eppure… sembra invece che più spazio hanno per criticare, cooperare, discutere, proporre e più ne cerchino, talvolta oltrepassando i limiti.

Alla luce di questi fulgidi esempi di Vera Vita Scolastica Vissuta, l’intervento dei genitori di Usmate Velate non mi meraviglia più di tanto, ma mi rattrista parecchio.

Si legge che il vice preside abbia detto “Perché le famiglie hanno scelto un responsabile della Lega piuttosto che rivolgersi a noi?”. Già “perché?” Perché nella scuola la fiducia e il dialogo con i docenti sta lentamente scemando? Perché, nel migliore dei casi, ci si rivolge prima al Dirigente e poi, forse, ai docenti? È tutta la categoria a fare davvero pietà, ad essere incompetente perché non viene valutata o è in atto un danneggiamento sistematico tramite i media per poter avvallare il programma Brunetta?

Perché le famiglie pretendono di avere sotto controllo la vita dei loro figli senza fidarsi di insegnanti, baby sitter, “mister”, educatori e nonni, ovvero tutte quelle categorie alle quali vengono affidati gli “scarrafoni”?

Ogni genitore sogna, ha in mente la maestra ideale e pretende di averla. Ho sentito lamentazioni perché alle elementari le maestre non salutano più i bambini come alla materna, ma è logico, l’età è cambiata, le modalità di rapporto anche: cerchiamo invece di essere concreti e di renderci conto che gli “scarrafoni” sono in divenire, accettiamoli per quello che sono, accettiamo i loro cambiamenti, non addossiamo su di loro le nostre aspettative per i nostri fallimenti giovanili, ascoltiamoli, cerchiamo di trascorrere più tempo con loro. Anche i docenti vorrebbero avere le famiglie ideali e invece devono convivere con 25 stili educativi diversi, 50 svariate e talvolta astruse idee pedagogiche (incluse quelle dei papà), i genitori invece, hanno a che fare con una, due, massimo tre maestre: sono poche, che vengano considerate e rispettate di più.


Simona Borgatti


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