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Teramo. Pillola del giorno dopo: ancora vincono le resistenze dogmatiche vaticane
17 Gennaio 2010
   

Le negano la pillola del giorno dopo e lei denuncia la Asl chiedendo un risarcimento di mezzo milione di euro.

Una donna della provincia di Teramo divenuta madre suo malgrado ha dovuto anche far fronte alla decisione del partner di non riconoscere il bambino nato da quel rapporto sessuale, durante il quale il preservativo si ruppe. Inutile il pellegrinaggio tra strutture sanitarie e ambulatori medici presso i quali ripetutamente la Norlevo le fu negata per ‘obiezione di coscienza’. Le resistenze dogmatiche e ideologiche di ispirazione vaticana hanno avuto la meglio vietando, ancora una volta, a una cittadina italiana di decidere sulla sua vita.

Da circa quarant’anni noi Radicali ci battiamo per un’educazione sessuale responsabile affinché la scelta di una maternità e paternità sia voluta e cosciente.

Ma Governo e istituzioni di turno continuano impererriti a far orecchio da mercante in merito a un tipo di contraccezione definita scientificamente ‘di emergenza’ (non è prevista perciò alcuna ricettazione specialistica) e considerata in gran parte dei paesi europei farmaco da banco, reperibile in tutte le farmacie. Nulla a che vedere con la ‘pillola abortiva RU486’, il cui uso è finalizzato, nell’interruzione di gravidanza, a evitare raschiamenti o altri interventi invasivi, la Norlevo agendo a monte impedisce il concepimento.

Del resto la piaga della ‘pillola negata’ è stata una realtà già messa a fuoco nel 2008 da una video-indagine dell’Associazione Radicali Roma, da cui si evincevano le clamorose difficoltà a cui numerose donne sono costrette ritrovandosi spesso vittime di umiliazioni gratuite, convenzionali e che di umano nulla hanno. L’ormai obsoleta scusa dell’obiezione di coscienza, prevista solo dalla legge 194 sull’aborto, non è la soluzione ma la negazione di una libertà individuale con cui a fare i conti sono i diretti interessati ma anche Governo, istituzioni, enti che irresponsabilmente continuano a promuovere politiche di regime tanto dannose quanto disonoranti.

 

Massimiliano Iervolino, Direzione Nazionale Radicali Italiani

e Liliana Chiaramello, Segretaria Radicaliperugia.org

(da Notizie radicali, 15 gennaio 2010)


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