Buongiorno,
mi chiamo Valentina Vandilli, sono una lesbica italiana che ha deciso di agire in prima persona nel campo della lotta per i diritti, ritenendo che una partecipazione diretta sia essenziale.
Vorrei mettervi a conoscenza del caso di Manuel e Francescoo, due uomini gay di Savona che hanno deciso di portare avanti uno sciopero della fame dal 4 Gennaio per richiedere la calendarizzazione di una legge per il matrimonio civile in Italia.
I media italiani hanno dato poco risalto ad una iniziativa tanto clamorosa oscurando letteralmente una coppia che ha deciso di chiudere all'angolo la politica digiunando fino a che i parlamentari non decideranno di esaminare una delle decine di leggi che giacciono in Parlamento per il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso.
Esso sarebbe un passo importante per cominciare a garantire a tutti i cittadini e a tutte le cittadine il principio fondamentale di eguaglianza e pari dignità sociale così come stabilito dalla nostra Costituzione, sancendo il diritto di registrare a tutti gli effetti le loro unioni, indipendentemente dal loro sesso e dal loro orientamento sessuale.
Credo infine che lottare per tale riconoscimento sia una affermazione comune di libertà a tutti coloro che condividono aspirazioni inclusive, laiche e fondate sulla parità dei diritti, lottando contro ogni forma di pregiudizio, esclusione o discriminazione, la stessa che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea vieta in qualsiasi forma.
Vi invito a prendere conoscenza della vicenda, leggendo l'articolo di seguito, da me pubblicato sul mio sito, ed a prendere a cuore il loro caso agendo con urgenza.
Grazie per la disponibilità. (VV)
La storia di Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia
Vorrei introdurre brevemente: Francesco Zanardi, 38 anni, imprenditore nel settore informatico, fondatore del movimento Gay Italiani, e Manuel Incorvaia, 22, precario, convivono dal 2007 a Savona. Sono molto attivi ed impegnati, e da qualche giorno hanno deciso di compiere un gesto estremo: sciopero della fame ad oltranza.
I due ragazzi non sono nuovi alla stampa: la loro battaglia pubblica nasce quando Francesco venne aggredito da ignoti a Mykonos fuori da una discoteca gay, prosegue riuscendo ad ottenere udienza al sindaco di Savona Berruti, sperando di potersi sposare in Comune. A Ottobre scrivono un memoriale allo stesso Berruti e decidono una lettera anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A Ottobre invitano a stendere un drappo blu da appendere ai balconi e alle finestre dall’alba al tramonto in tutta la città di Savona, come invito per tutte le persone che credono veramente nella causa della loro unione, la prima unione civile tra due omosessuali in Italia, depositano un ricorso al Tribunale di Savona perché dichiari l’illegittimità del provvedimento con cui l'ufficiale di stato civile del Comune di Savona ha rigettato la richiesta di pubblicazione di matrimonio e ricevono il sostegno ufficiale di Paola Concia.
Il 4 gennaio 2010 a Montecitorio iniziano lo sciopero della fame, proseguendolo presso la loro abitazione di Savona. È possibile monitorarli 24su24h sul sito www.gayitaliani.eu.
Il 6 Gennaio 2010 è uscito un bollettino medico con certificati allegati di uno dei due ragazzi, Francesco Zanardi, causa un malore da stress.
«Bollettino medico del terzo giorno rilasciato a causa di un malore durante la notte. Nella serata di ieri alle ore 23,37 è stato necessario l’intervento di una ambulanza e a scopo cautelativo di una unità di rianimazione a causa di uno shock anafilattico di cui sono stato vittima, malore di cui sono a conoscenza che mi accade molto raramente, sopratutto in momenti di stress. Allego i certificati medici, la nota ha solo l'obbiettivo di informarvi dell’accaduto che non pregiudicherà lo sciopero della fame. Marco Visconti, il medico che ci assiste durante lo sciopero è stato informato ore 10:05 del 6 gennaio 2010. Cordialmente Zanardi Francesco».
Ma nonostante il malore non demordono e continuano con la loro protesta!
Tutto ciò che chiedono questi due ragazzi è il riconoscimento della loro unione in quanto matrimonio civile.
Il loro può sembrare un gesto estremo, alcuni lo hanno definito addirittura stupido o inutile.
La cosa certa è che questi ragazzi sono stati lasciati soli: né le istituzioni, né le associazioni, né i media si occupano del loro caso.
Perché?
Siamo di fronte ad un caso di omertà diffusa, quasi come se si volesse giustificare questo silenzio, lo stesso che i Media e le maggiori associazioni LGBT italiane stanno adottando col caso di Manuel Incorvaia e Francesco Zanardi.
Manuel e Francesco hanno anche inviato un appello su Facebook per suggerire alcuni modi per aiutarli concretamente.
Gruppo Facebook per proporre sostegno concreto:
«Vi indico qui di seguito alcuni modi per poterci aiutare, ringrazio da parte di Manuel e mia per esservi offerti così numerosi.
Da come vi sarete resi conto, il principale problema è la visibilità, i media stanno contenendo ciò che facciamo all’interno della comunità GLBT. È necessario farla uscire perché tutti noi sappiamo perfettamente che accade, il problema è che non lo sanno gli altri e la stampa tace.
A questo riguardo si potrebbe intervenire facendo anche tante piccole manifestazioni di solidarietà, se si riesce a scendere in piazza sarebbe l'ideale, altrimenti ci sono altri modi come scrivere alle testate giornalistiche denunciando cosa sta accadendo.
Un altro modo potrebbe essere quello di scrivere tramite mail al Presidente della Repubblica, del Consiglio, della Camera e del Senato, in questo caso sarebbe opportuno spedire una copia anche a me in modo tale da poter far valere l’iniziativa, il mio indirizzo è f.zanardi@gayitaliani.eu di seguito vi indico gli indirizzi dei presidenti.
Qualunque altra iniziativa vi venga in mente proponetela pure ben venga.
Per il momento vi ringraziamo, FraManu
- Presidente della Repubblica: https://servizi.quirinale.it/webmail
- Presidente del Consiglio: berlusconi_s@camera.it
- Presidente del Senato: schifani_r@posta.senato.it
- Presidente della Camera: fini_g@camera.it
Vi ricordo di inviare la mail Cc anche a f.zanardi@gayitaliani.eu».
Tra i sostenitori dello sciopero indicati da Zanardi si trovano:
- Don Franco Barbero, esponente delle comunità cristiane di base;
- Sergio Rovasio, segretario associazione Radicale Certi Diritti;
- Donatella Poretti, Senatrice radicale - Pd;
- Anna Paola Concia, deputata Pd;
- Vladimir Luxuria, già parlamentare;
- Franco Grillini già parlamentare, direttore di Gaynet;
- Alessandro Cecchi Paone, giornalista;
- I rappresentanti regionali del movimento Gay Italiani e del movimento Europa Intervieni.
Sicuramente sono molte le notizie cui dare quotidianamente risalto, ma come mai, ad oggi, associazioni importanti come Arcilesbica, Arcigay e il Mario Mieli non hanno scritto nulla sui loro siti?
CONSIDERAZIONE FINALE
Non è forse questa una buona occasione per provare a ricucire le varie spaccature all'interno del movimento nazionale tentando di portare avanti un'azione coesa e costruttiva,«affinché il Parlamento calendarizzi le proposte di legge sulle unioni civili e il matrimonio gay», così come dichiarato dai ragazzi?
Per molti tutto ciò potrà sembrare una semplice fiction inscenata per un momento di visibilità. Io invece credo che non dovrebbe diventare un'ulteriore occasione mancata: senza strumentalizzare in alcun modo la sofferenza e facendo leva sulla suggestione del caso, ritengo che se si decide di arrivare ad un gesto così estremo è perché è venuta meno la fiducia in quei rappresentanti ed in quelle stesse Istituzioni che dovrebbero dare una risposta seria e concreta.
Valentina Vandilli
www.vandilli.it
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