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TellusFolio > Bottega letteraria > Cercando l'oro della poesia
 
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Fabiano Alborghetti trova Mia Lecomte 
Cercando l’oro 35 + Radio Gwendalyn & Radio Alma Bruxelles
Mia Lecomte
Mia Lecomte 
10 Gennaio 2010
   

Cercando l’oro della poesia vive dal 2006. Non ci basta. Abbiamo così deciso per tre novità per rinnovare l’edizione del 2010:

 

La prima: le soli voci poetiche offerte in Tellusfolio durante l’anno 2010 saranno di autrici, poete spesso trascurate o numericamente sempre inferiori ai colleghi di sesso opposto.

 

La seconda: l’autrice invitata, oltre ad offrire propri testi, porterà in apertura delle poesie di un autore/autrice particolarmente caro o vicino, spiegando in poche righe il perché di questa vicinanza.

 

La terza: "Cercando l’oro della poesia" si è gemellata con la rubrica "La voce di Gwen" in onda ogni sabato su Radio Gwendalyn. La puntata del mese, sarà quindi in onda il sabato successivo l’uscita in web nei microfoni radio e poi disponibile in Podcast. 

Poi abbiamo gemellato "La voce di Gwen" con Radio Alma Bruxelles e così la puntata mensile in Tellusfolio verrà emessa in radio due volte (ma in Podcast sarà disponibile sempre).

 

 

 

La prima poeta chiamata ad aprire il 2010 è Mia Lecomte che sarà in onda per La voce di Gwen (www.radiogwen.ch) Sabato 13 Febbraio (a Gennaio sono tutti in ferie...).

 

 

LE POESIE A ME VICINE: YVES LECOMTE



ARGUMENTS

“J’ai été jeune aussi”
disait le professeur
pour se faire bien voir
“J’ai été ouvrier comme toi”
disait le pape
au prolétaire
“J’ai été homme moi aussi”
disait Dieu.

ARGOMENTI

“Sono stato giovane anch’io”
diceva il professore
per farsi benvolere
“Sono stato operaio come te”
diceva il papa
al proletario
“Anch’io sono stato uomo”
diceva Dio


ERREUR

Le Roi portait l’auréole du Saint
Le Saint le bonnet du Fou
et le Fou la couronne du Roi.

La dame du vestiaire s’était trompée.


ERRORE

Il Re portava l’aureola del Santo
Il Santo il berretto del Folle
e il Folle la corona del Re.

La donna del guardaroba si era
[sbagliata.


L’HONNETE

En prison
ils lui brisérent les mains
dans un étau
puis ils lui brûlerent les yeux
avec des cigarettes,
mais, à sa sortie,
ils lui rendirent ses gants
et ses lunettes.


ONESTÀ

In prigione
gli spezzarono le ossa
in una morsa
poi gli occhi gli bruciarono
con delle sigaretta
ma, quando uscì,
gli restituirono
guanti e occhiali.




La poesia di mio padre mi ha accompagnata per tutta l’infanzia, e poi ancora, e ancora. Per anni, da quando ne ho avuto gli strumenti scolastici, l’ho aiutato a trasporsi dal suo originale francese a quell’italiano che apparteneva più a me. Attraverso quest’artigianale lavoro di traduzione ho incontrato un giorno la mia poesia, diversa dalla sua solo in apparenza, formalmente. In realtà rivivono profondamente nei miei versi, tutti questi scambi negli anni, in stanze condivise, sul mare, in montagna, per telefono; le ore domestiche e pubbliche trascorse insieme; il suono famigliare delle voci; l’amore, tra di noi e verso gli altri, saldo in uno sguardo sul mondo pieno di sdegno ironico e pietà. Quello della nostra poesia, della poesia.




LA POESIA DI MIA LECOMTE

 

 

Vita è quello che rimane

quando si è perduto tutto.

È il cane a tre zampe

tutte e tre dritte e forti

e una quarta strappata dall’inguine,

è la quarta zampa del cane

che nessun altro cane ha voluto

e non smette di piangere l’inguine

e tutte e tre quelle altre, dritte e forti.

Vita, quando si è perduto tutto

e ovvia è la taglia sull’incolpevole

della pietra scagliata, il cieco

che senza quell’unica gamba

la gamba strappata dall’inguine

malgrado le altre, tutte e tre dritte e forti

non può più far tornare il suo cane.

 

 

(da Autobiografie non vissute, Manni 2004)

 

 

DOMINO

 

 

Combinare dei e uomini

non è questo il gioco

soltanto

è fra gli uomini e gli uomini

che poi eccede la carne

sommata

è tra gli uomini e l'anima

che si occulta la carne

sottratta

è tra l'anima e l'anima

quando resta la carne

azzerata.

 

 

(da Autobiografie non vissute, Manni 2004)

 

 

 

CIRENE1

 

È da lì che venivi prudente, che passavi per caso

quel giorno alla fine dei campi

ma per fare ritorno e al tramonto hai saputo

caricata tutta insieme la vita, una vita è

quello che intanto si porta in attesa di altro.

Ti hanno scelto e temevi di gettare

il cappello, ti hanno scelto, di fermarti sul fianco

la veste in un nodo imperfetto, ti hanno scelto,

di addossarti un istante intricato di piaghe

l’imprudenza di avvolgerti stretto all’odore del pianto,

è da lì che pensavi che chiamarti Simone

forse avrebbe aiutato a placare il silenzio,

ti hanno scelto al tramonto e hai saputo

la spalla segnata di netto, torto il collo, ti hanno scelto,

il tuo sguardo con in corpo la croce, una croce è

quello che intanto si tace in attesa di altro.

 

(da Terra di risulta, La Vita Felice 2009)

 

 

1 Simone di Cirene è l’uomo che secondo i Vangeli fu obbligato dai soldati romani a trasportare la croce di Gesù condotto al Golgota.

 

 

 

 

MOVIOLA

 

Fa ridere l’uomo che cade

per questo si concentra sul vuoto

teso fra i due estremi del passo

 

fa sempre ridere l’uomo che cade

se poi tiene nella mano qualcosa

che non la potrà mai appoggiare

 

si prepara a fare ridere l’uomo che cade

con tutte le volte che ha detto e

non ha detto è facile ora cado

 

così l’uomo costantemente cade

perché un uomo che cade fa ridere

e ricade terribile

perché ridere è proprio dell’uomo

 

(inedita)

 

 

 

PYTHON

 

 

Dove ha inizio la mia coda,

quello che fa di me la bestia

condannata a strisciare in eterno

sopra il ventre o sulla coda

che non so dove inizia se

dagli occhi, la bocca, dal cuore

il sesso o più giù all’infinito

dove inizia quell’urgenza

di vita che mi rende tutt’uno

col profumo svergognato del suolo

che mi accende le anse

lungo il ventre o la coda

e mi incarna a strusciarmi con

la parte più esposta all’inferno

scorticando l’ardore in

membrane di stagioni malevole

a divorare la polvere

sempre stretto alla vita che anelo

ripartita dalla coda,

dove ha inizio la mia coda,

per strisciare in eterno.

 

 

(da Terra di risulta, La Vita Felice 2009)

 

 

 

 

DIPLOMA

 

 

La bambina che scrive poesie

si accende tra gli ultimi banchi

con tutto l’inchiostro

la gomma sbriciolata un elastico

scivolato dal biondo la bambina

sai scrivo poesie ci dice

e colora gli occhiali sul naso

gonfia il nome con le piume arrossate

libera le grammatiche, un miracolo

piccino picciò, libera il dolore

in bell’ordine nell’astuccio di raso

poi si piega a allacciare il passaggio

quattro stringhe da un intero destino

e così quando rialza la testa

la bambina che scriveva poesie

è già un’altra si dimentica oramai

di affinare il suo lapis sorride

e spegnendosi non dice più oltre

non si accorge

 

 

(inedita)

 

 

MENAGE

 

 

Le pulizie dell’universo

possono durare anche un giorno

 

la mattina dedicata a spostare

il pomeriggio approfittando del vuoto

e la sera la sera la sera

 

dopo un giorno niente sarà più come prima

quel tal giorno

 

 

(inedita)

 

 

 

 

*

Pietà di noi, pietà,

dell’erba che non cresce, pietà,

del tetto e la facciata, degli usci

senza chiave, pietà, dei nostri

ambienti vuoti, pietà del suono e

della luce, ancora spenti

 

pietà, di noi qua dentro, pietà,

con le finestre finte

pietà, dell’abitarci assente

del non poterci stare

pietà, pietà, pietà,

di noi in questa casa, pietà,

in questa nostra altrui.

 

 

(da Terra di risulta, La Vita Felice 2009)

 

 

 

Mia Lecomte è nata nel 1966 e attualmente vive a Roma. Poeta, autrice per l’infanzia e di teatro, tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: le raccolte poetiche Autobiografie non vissute (Manni 2004) e Terra di risulta (La Vita Felice 2009), e i libri per bambini Tiritiritère (Larus 2001), Come un pesce nel diluvio (Sinnos 2008) e L’Altracittà (Sinnos c.s.). Membro onorario per l’Italia, con Milo De Angelis e Gabriela Fantato, dell’Associazione francese Confluences poétiques, le sue poesie sono state pubblicate all’estero e in Italia in riviste e raccolte antologiche tra cui Italian poets in translation (John Cabot - Un.of Delaware 2008).

Svolge attività critica ed editoriale nell’ambito della comparatistica, e in particolare della letteratura della migrazione: è curatrice dell’antologia Ai confini dei verso. Poesia della migrazione in italiano (Le Lettere 2006), e ha tenuto conferenze sull’argomento in Università italiane e straniere, come la State University of New York, e negli Istituti di cultura italiana di New York e São Paulo (settimana della lingua, ottobre 2004).

Traduttrice dal francese, è curatrice tra le altre della raccolta poetica La casa del respiro del poeta cileno francofono Luis Mizon (La Vita Felice 2008).

È redattrice del semestrale di poesia comparata Semicerchio, del quadrimestrale di poesia internazionale Pagine e di alcune riviste letterarie on line. Collabora a “Le Monde Diplomatique”, inserto mensile del quotidiano il manifesto.

 

Fabiano Alborghetti

 

 

Puntata registrata “La Voce di Gwen” >> Terre di risulta

 


Foto allegate

Le Lettere, 2006
La Vita Felice, 2009
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