Una frase criptica, e piena di premonizioni, percorre le strade cubane in questi giorni: speriamo che il 2010 sia l’anno che tutti stiamo aspettando!
Un buon blogger non ha bisogno di tecnologie avanzate, né di lunghe ore passate su Internet; a lui serve soltanto fare esercizio di onestà e dire ciò che pensa.
A volte mi prende il pessimismo e penso che l’effetto delle iniezioni di intolleranza che ci hanno praticato tarderà molto a scomparire.
Mantenere la presenza su Internet avendo a disposizione solo pochi minuti settimanali di acceso alla rete, è la grande sfida dei blogger alternativi cubani.
Come a tutti i pionieri, ai primi blogger toccherà la gloria e il castigo, per aver potenziato l’opinione con uno strumento così democratico.
Visto che niente attrae più delle cose proibite, le continue accuse ai blogger indipendenti aumentato a Cuba il desiderio di leggere ciò che scriviamo.
Negli incontri informali che teniamo ogni settimana tra blogger, ci siamo chiesti fino a quando vivremo in questo Medio Evo informativo.
Avrò una connessione domestica alla rete, quando non sarà più un’elemosina ricevuta in cambio della nostra fedeltà ideologica o un privilegio riservato agli stranieri.
Sogniamo che un giorno o l’altro un semplice cucchiaio orientato in direzione del cielo possa funzionare come un’antenna parabolica che ci connetterà a Internet.
Di mano in mano, il contenuto dei nostri siti si diffonde, come un virus della libera espressione che i mezzi di comunicazione ufficiali non possono fermare.
Abbiamo il cestino della carta straccia pieno di speranze perdute.
Yoani Sánchez
Traduzione di Gordiano Lupi