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Salvatore Sblando: Due granelli nella clessidra. Lieto Colle
22 Dicembre 2009
 

Due argomenti universali si trovano qui declinati con estrema precisione e determinatezza: lo spazio e il tempo. Così come il tema del tempo balza agli occhi con icastica urgenza nel titolo della silloge, in quella clessidra semivuota che è poi non a caso anche l'incipit di una poesia, parallelamente le due sezioni in cui si articola la raccolta, “Paesaggi possibili” e “L'altrove”, evocano immediatamente una spazia­lità che si gioca tra la concretezza e la potenzialità.

E, come si è detto, questa geografia dell'anima che percorre i testi è ali­mentata da riferimenti precisi e determinati, fra cui senza dubbio emer­ge inconfondibile il profilo di Torino, la città dell'autore. Una Torino in­dividuata con un'esattezza toponomastica e descrittiva che stempera il coinvolgimento emotivo dell'autore verso i paesaggi e i personaggi che animano le scene di vita urbana quotidiana.

[...]

Il tempo esatto del passaggio degli autobus che si contrappone e completa un altro tempo, un tempo che sfugge e che spesso non si riesce a definire. [...]

Le ore, gli attimi che sfuggono, ritornano con una ricorsività che si fa qua­si angoscia.

[...]

(Ma) è una figura di donna ad apparire al termine della raccolta; una "sconosciuta" che piace pensare sia figura della poesia stessa. (dalla prefazione di Serena Focaccia)

 

 

dalla sezione

Paesaggi possibili

 

DI QUESTI E D'ALTRI TEMPI

 

Se solo conoscessi il nome

di voi alberi fioriti in Piazza Statuto

potrei dare del tu ad ogni ramo

così come si dà alla madre

e dirvi di passi trascorsi sopra l'ombra

delle foglie infrante ad ogni autunno

 

e della donna che racconta

gli anni incisi sulle panchine

o dei portici che hanno fatto

da coperta ad ogni inverno

 

È così che sporgo dal profilo

dei lampioni, l'indistinto di uno sguardo

sperso nei capelli raccolti

da un foulard all'uscita di una chiesa protestante

 

Se solo conoscessi il vostro nome

alberi a primavera, chiamerei

ogni mano appoggiata alla corteccia

delle impronte scriverei il mare

che hanno attraversato

e della terra scivolata come sabbia

fra le dita direi di un tempo

che convive in voi

così lontano da me stesso

 

 

DUE GRANELLI NELLA CLESSIDRA

 

Si fa due granelli di clessidra

questa sera il nostro tempo.

Nel riflesso della polvere

sui vetri t'avvicini.

Oltrepassi incroci d'ansia

calpestando le crepe del tuo cuore

ed il pavé di Via Nizza

 

Di cosa parlare, l'argomento

è a piacere.

Forse dei portici o dell'Ilaria

e le sue palpebre chiuse

 

Non è ora per l'abbraccio

la notte incede a San Salvario.

Rincorri l'autobus trentacinque

delle ventidue e trentatre.

Si perde così la tua ombra

fra i rettangoli del Lingotto

 

Nel riflesso della polvere

sui vetri t'allontani

 

E dal mio zaino ritrovo

le Ceneri di Pasolini

 

 

dalla sezione

L'altrove

 

MONOLOGO IMPERFETTO

 

Chi sono poco importa

ed il nome sulle vene della voce

da quanti giorni è muto?

Cosa chiedere a chi percorre

il confine di un profilo

spaiato fra le dita

e alla tristezza che sfiorisce?

 

Chi scriverà più del tremore

di ferite senza morsi

e di labbra magre senza fiato?

 

M'interrogo così

sopra passi addormentati

che s'apprestano a sfumare

impronte ancora fresche

 

Chissà a quanti battiti di cuore

distiamo ancora

 

 

È SOLO ARIA

 

Bella di mille volte alla mia voce

sei ora incerta che solo aria divide

spazi e vibrano antiche

parole sospese o disattese

 

Bello di mille volte sono brezza

ai tuoi silenzi, dove fiumi di sale

scaturiscono d'un verde vago

e s'asciugano al dopo dei passi

 

È al cuore o un po' più su

la morsa di quest'aria che

impedisce il respiro

dei pensieri a riposare

 

 

ESMERALDA E IL SUO MARE

 

Ti chiamerò Esmeralda

dove si fa calma quest'assenza

perché sarai figlia

e poi madre del silenzio

 

Ti chiamerò, col nome

che si legge ad ogni fiato

indefinibile alla notte

 

Ti chiamerò ancora

senza sbagliare la pronuncia

ma sarà muto il suono del vento

giù dalla scogliera

 

Ti chiamerò così

come il mare le sue acque

e sarai onda capace d'arrivare

 

lì dove c'è l'incomprensibile

 

 

 

Salvatore Sblando è nato nel 1970 a Torino, dove attualmente risiede e lavora in qualità di dipendente della locale azienda di trasporti. Con testi poetici inediti è risultato finalista in concorsi nazionali ed internazionali - tra i più recenti “Verba Agrestia 2009” - e sue liriche sono pubblicate in antologie. Partecipa attivamente a readings e manifestazioni poetiche.

Due granelli nella clessidra Ed. LietoColle, è la sua prima pubblicazione poetica.


Foto allegate

Salvatore Sblando
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