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Gordiano Lupi. Nuovi blogger e repressione 
Il regime contrasta un diffuso bisogno di libertà
18 Dicembre 2009
 

Yoani Sánchez: “Siamo capaci di pubblicare un blog soltanto con un cucchiaio e un pentolino… possiamo usare persino i segnali di fumo!”

 

 

Il noto dissidente cubano Jorge Luis García Pérez detto Antúnez è stato messo agli arresti domiciliari.

«Mi hanno reso noto che esiste un ordine a livello nazionale di tenermi in stato di detenzione e se voglio uscire di casa devo chiedere permesso», ha detto Antúnez al telefono. «Si tratta di una reclusione domiciliare priva di ogni fondamento legale, senza precedenti, perché non mi arrestano per aver fatto qualcosa, ma per il mio lavoro quotidiano», ha aggiunto.

Antúnez e sua moglie, l’attivista Yris Tamara Pérez Aguilera, sono stati arrestati venerdì mentre stavano facendo acquisti. Liberati la notte stesa, hanno ricevuto l’ordine di tornare nella loro residenza di Placetas. Il giorno successivo sono usciti di casa ma sono stati intercettati da alcuni agenti della Sicurezza di Stato.

«La situazione è incredibile. Non esiste nessuna sanzione a nostro carico, ma non possiamo uscire di casa per colpa di una vigilanza sistematica che controlla i nostri spostamenti».

Nel mese di maggio, Antúnez ha terminato uno sciopero della fame durato due mesi in favore dei prigionieri politici e per denunciare la crisi degli alloggi a Cuba.


Il regime reprime in maniera sempre più sistematica, ma la parte migliore del popolo cubano non si ferma. Yoani Sánchez ci segnala la nascita di nuovi blog gestiti da intellettuali cubani.

Il primo è Kuba Sepia (kubasepia.wordpress.com), redatto da Katia Sonia, che si è data il motto: “con la speranza di vedere Cuba con un altro colore”. «Kuba Sepia è una nuova finestra aperta per i miei conterranei che conservano l’utopia di vedere Cuba con colori diversi, senza pensare che durante una notte oscura la maggiore delle Antille ha perso tutta la brillantezza ed è rimasta color terra. La prima lettera del nome della mia patria la scrivo con la K, perché mi chiamo Katia, mentre Seppia è il colore con cui vedo la mia terra, perché comincia per S come Sonia, il mio secondo nome», dice l’autrice.

Il secondo nuovo blog si chiama Cruzar las alambradas (Attraversare i viali) (cruzarlaslamabradas.wordpress.com), redatto da Luis Felipe Rojas, che prima teneva il blog Animal de alcantarilla (Animali di fogna) situato nel portale Cubaencuentro

Il terzo blog di nuova creazione è Ombudsman (Clamore del popolo), scritto da Ricardo Santiago Medina Salabarria (1968), un agronomo di Santa Clara. Si tratta di un sacerdote della Chiesa Cattolica Antica ordinato il 6 gennaio 1998, ex prigioniero politico cubano (22 luglio 2005 - 25 Ottobre 2006), un uomo che viene dal popolo, cosciente dei bisogni e delle mancanze dei suoi conterranei. Il suo blog sarà una finestra aperta al mondo, creata per il desiderio di un futuro migliore per tutti i cubani. Il suo slogan: «Uno sforzo per mostrare al mondo le piaghe sociali della Cuba di oggi. Ombudsman canalizza le lamentele e le domande dei cittadini nei confronti degli organismi politici e dei suoi funzionari».

Il blog più atteso è La voz del Morro, perché a scriverlo sarà Juan Juan Almeida, il figlio degenere di un padre della patria, una vera e propria spina nel fianco del regime. Juan Juan Almeida chiede da anni di poter lasciare Cuba per unirsi alla famiglia che vive negli Stati Uniti, ma gli viene sistematicamente negato il visto per l’espatrio. Juan Juan è noto per essere stato spesso arrestato e trattenuto in carcere in seguito a singolari proteste non violente, brandendo un cartello inneggiante alla libertà lungo le strade avanere.

Yoani Sánchez ci ha confidato: «Siamo diventati specialisti nel gestire blog in situazioni limite. Siamo capaci di pubblicare persino con un pentolino e un cucchiaio. I blogger sono come sabbia finissima che si infila nelle scarpe dei reazionari stipendiati per bloccare i siti. Conosco blogger che se fosse necessario userebbero persino i segnali di fumo. Il desiderio di libertà di espressione a Cuba è enorme. Un blogger non si ferma di fronte a niente: se gli tolgono l’accesso a Internet detta il post per telefono. Se gli tagliano la linea usa una chiavetta USB. Un blog come Voz tra las rejas (Voce tra le sbarre), scritto dal carcere e dettato per telefono, non esisterebbe senza la solidarietà cittadina. La voglia di libertà di espressione fa proseliti e molti amici in tutto il mondo traducono gratuitamente le cose che scriviamo per far conoscere le sistematiche violazioni dei diritti umani che vengono praticate a Cuba». Non resta che seguire gli sviluppi.


Gordiano Lupi


Foto allegate

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