Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XIV): Le cimitière marin, Il cimitero sul mare di Paul Valéry
12 Dicembre 2009
 

Nemmeno azzardo un commento minimo perché troppo ci sarebbe da annotare su questo celebre carme, che già al suo apparire fu giudicato in patria tanto bello quanto oscuro; addirittura un certo colonnello Godchot ne fece una versione in francese (penosissima) per renderlo più fruibile. Solo una glossa: l’ultima parola, “focs”, cioè “fiocchi”, si riferisce a un tipo di vela, ed è quindi metonimica per barca a vela, che poi è analogica delle colombe che “marchent” sul tetto-mare… Basta così. Uno studio ramificato del Cimetière, che in un primo tempo era stato titolato Mare Nostrum, si trova – se si riesce a trovarlo – in un bel saggio-commento, ormai vecchiotto: Paul Valéry, Il Cimitero marino, a cura di M.T.Giaveri, ed. Il Saggiatore, 1984; ma la traduzione lascia perplessi. Per quanto poco possan valere certe asserzioni risolute, si può affermare che questo carme è forse l’ultima espressione compiutamente classica della poesia francese. Riguardo la traduzione, è risultato ovvio adottare l’eterno endecasillabo; che però tende a banalizzare il décasyllabe originario, il quale per Valéry fu invece una scelta metrica e ritmica peregrina. Ma per il poeta di Cette (oggi Sète) la nostra lingua costituiva, essendo sua madre italiana, un legame linguistico fortemente affettivo. (mc)

   

 

 

IL CIMITERO SUL MARE

         

                  Anima mia, vita non sognare immortale,

                      ma solo persegui opere perfettibili.

                                                Pindaro, Pitiche III

 

 

Quel tetto, calmo, ove incedon colombe,

palpita luce tra i pini e le tombe;

Mezzodì esatto compone di brace

lì il mare, il sempre rinascente mare!

La ricompensa, che segue al pensare,

è un lungo sguardo alla divina pace!

 

Che limio di lampi fini consuma

il gran diamante d’indistinta spuma,

e quanta calma qua si fa presenza!

Quando un sole riposa sull’abisso,

opere pure di un disegno fisso,

scintilla il Tempo e il Sogno è conoscenza.

 

Saldo scrigno, nudo tempio a Minerva,

blocco di quiete e nitida riserva,

acqua accigliata, Occhio che di fiamme

veli tanto sopore in te serbato,

mio silenzio!… Dentro me edificato,

ma Tetto d’oro là di mille squamme!

 

Tempio del Tempo, in un sospiro infuso,

salgo qua a un punto puro a cui mi aduso,

circondato dal mio sguardo sul mare…

Come agli Dei suprema di me offerta,

scintillazione serena a quest’erta

sparge semi di un sovrano sdegnare.

 

Come il frutto si scioglie in dolce essenza,

come in delizia cangia la sua assenza

in una bocca ove sua forma smuore,

qua il profumo del mio futuro odoro,

e all’anima svanita il cielo è un coro

di rive metamorfiche in clamore.

 

Bel cielo, vero cielo, trasfiguro!

Dopo tanto orgoglio, dopo un oscuro

ma turgido inagire, a questa ampiezza

splendente m’abbandono: da me scivola

sulle morte dimore l’ombra frivola,

e al suo labile transito mi avvezza.

 

L’anima esposta a torce di solstizio,

io ti resisto, luce di supplizio

che irradia una giustizia senza cuore!

Pura ti rendo allo spazio tuo arcano:

spècchiati in me!... Ma nel renderti emano,

quanta luce, metà di tenebrore.

 

Oh per me solo, solo a me, in me stesso,

alle sorgive del poema presso

un cuore, tra il vuoto e l’evento puro

io l’eco della mia grandezza interna

attendo, l’amara e oscura cisterna

che del vacuo risuona in me futuro!

 

Sai, falso prigioniero del fogliame,

golfo che rodi queste grate grame,

segreti ai chiusi occhi abbagliamenti,

che corpo a torpida fine mi spossa?

Che fronte a questa lo attrae terra d’ossa?

Una scintilla qui pensa ai miei assenti.

 

Sacro recinto, frammento di Terra

che una luce immateriale disserra,

questo luogo, su cui una torcia incombe,

mi piace, d’oro e di pietra, che vibra

luce di marmi che le ombre equilibra;

fedele il mare dorme alle mie tombe.

 

Scaccia cagnesco ogni pio seccatore!

Solo, con un sorriso da pastore,

pasco a lungo, montoni misteriosi,

il bianco gregge di mie quiete tombe:

tu allontana le guardinghe colombe,

i sogni vacui, gli angeli curiosi.

 

Giunto quassù, l’avvenire è torpore.

L’insetto raschia esatto l’alidore.

Disgregato, arso il tutto, assunto in aria

a non so quale più severa essenza…

La vita è vasta, ebbra com’è di assenza,

dolce è amarezza, ed è la mente chiara.

 

Stanno i morti nascosti giù nel nero

che li riscalda, ne secca il mistero.

Non ha lassù Mezzodì un movimento,

chiuso in sé, pensa a sé, luce suprema…

Testa completa e perfetto diadema,

io sono in te il segreto mutamento.

 

Me solo hai per serrare i tuoi timori!

I miei rimorsi, i dubbi, angustie, errori,

sono il difetto del tuo gran diamante…

Ma nel buio, dai marmi fatto peso,

vaga un popolo d’ombre, parte ha preso

per te alle barbe, adagio, delle piante.

 

Si son disciolti in una densa assenza,

rossa argilla ha succhiato bianca essenza,

ne è il vivere in quei fiori che hanno fremiti…

Dov’è dei morti il gergo familiare,

l’arte propria, l’anima singolare?

Fila una larva ove sgorgaron gemiti.

 

Gli strilli di fanciulle pizzicate,

gli occhi, i denti, le palpebre bagnate,

malioso il seno che gioca col fuoco,

le labbra rubinose che si arrendono,

i doni estremi, che dita difendono,

tutto va sottoterra e rientra in gioco.

 

E a un sogno, anima grande, ancor ti attardi

che più non abbia i colori bugiardi

che fanno a occhi carnali l’oro e l’onda?

E canterai, fatta ormai vaporosa?

Va! Tutto fugge! Presenza io porosa,

anche la santa impazienza sprofonda!

 

Scarna immortalità di nero e d’oro,

consolatrice con l’orrido alloro,

che della morte fai un grembo materno,

che bell’inganno, e che pietà astuta!

Chi non conosce, e chi non li rifiuta,

quel cranio vuoto e quel ridere eterno!

 

Padri profondi, teste inabitate,

che sotto il peso di tante palate,

siete la terra che i passi ci ambascia,

il verme vero, che rode fatale,

non è per voi nel sonno sepolcrale,

ma di vita esso vive, e non mi lascia!

 

Amore forse? Odio di me stesso?

Il suo dente segreto mi è sì appresso

che posson tutti i nomi stargli bene!

Che importa! Vede, vuole, tocca, sogna!

Anche nel sonno la mia carne agogna

questo vivente che vivo mi tiene!

 

Zenone d’Elea! Zenone spietato!

Con quel tuo dardo mi hai trafitto, alato,

che vibra, vola, e non si muove affatto!

Nasco al sibilo, e muoio! Ah, il gran sole…

Ombra di cheli nell’anima vuole

che corra Achille, corra e stia nell’atto!

 

No, no… In piedi, a un’èra ancor non sorta!

Spezza, mio corpo, questa forma assorta!

Bevi, mio petto, il nascere del vento!

Una freschezza, dal mare esalata,

mi rende l’anima… O forza salata!

All’onda! Guizza alla vita redento!

 

Sì! Mare, grande madre di delirio,

pelle di pardo e clamide al martirio

di mille e mille idoli solari,

della tua carne azzurra Idra bramosa,

coda ti mordi d’iride squamosa

in un tumulto che al silenzio è pari,

 

s’alza il vento!... Tentar bisogna vivere!

L’aria immensa apre e chiude questo scrivere!

Osa l’onda sprizzare da aspri blocchi!

Volate via, pagine abbacinate!

Onde, frangete, su, gioiose ondate,

quel tetto, calmo al beccheggiar dei fiocchi!

 

 

www.webalice.it/marcocipollini


Articoli correlati

  Enrico Marco Cipollini. Arthur Schopenhauer, l’angoscia del vivere e le influenze sulla sua filosofia
  Marco Cipollini: S. Vivaldo contra Montignoso
  Marco Cipollini: Inno a Sodoma calcando Giosuè Carducci (2).
  Marco Cipollini: Mozia
  Marco Cipollini: Parole strane rare desuete
  Marco Cipollini: Versi per Giuliano Ferrara candidato al Parlamento
  Marco Cipollini: L'arte dell'imitazione (II). "Vides ut alta" di Quintus Horatius Flaccus
  Marco Cipollini: L'arte dell'imitazione (III). “La vie antérieure” di Charles Baudelaire e “Langueur” di Paul Verlaine.
  Marco Cipollini: L’arte dell’imitazione (V). “The garden seat” di Thomas Hardy e “Letting go” di Francis Harvey
  Marco Cipollini: Trattatello rivoltoso de l'uomo di Fucecchio
  Marco Cipollini: Su Tellus 28 e il "Manuale cattolico in versi e in prosa" di Claudio Di Scalzo
  In libreria/ Oltre Itaca, radendo il cielo
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (VIII). Edgar Allan Poe e William Butler Yeats
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XI). “Quand vous serez bien vielle” di P. De Ronsard e “When you are old” di W.B. Yeats.
  Marco Cipollini, Autoantologiaweb.
  Enrico Marco Cipollini. Senza più schemi desertificanti
  Marco Cipollini: Nuovi aforismi. Dal 21 al 40.
  Enrico Marco Cipollini. Viaggiarsi dentro
  Marco Cipollini: Realtà e mito (I)
  Marco Cipollini: Realtà senza mito (III)
  Marco Cipollini: Venti aforismi per Tellusfolio. Epigrammi per Pier Giorgio Odifreddi
  Marco Cipollini: Pieter de Witte e Magdalena von Bayern a Volterra.
  Marco Cipollini: Kore. Un antico naufragio: un delitto, un amore assoluto
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XV): “Il giardino di Proserpina”, di Algernon Charles Swinburne
  Paolo Diodati. Risarcimento per danni morali
  Marco Cipollini: A Lucca, per Ilaria, solo per Ilaria
  Marco Cipollini: Realtà verso verità (VII)
  Marco Cipollini: E diamoglielo il Nobel per la pace a Berlusconi!
  Marco Cipollini: Repertorio zoofonetico
  Marco Cipollini: Il mito della realtà (IV)
  Anticipazioni: Enrico Marco Cipollini. Analisi dei Rapports cabanisiani
  Marco Cipollini: L'arte dell'imitazione (IV). “L'inno ad Afrodite” di Saffo
  Marco Cipollini: L’arte Dell’imitazione (VII). “Élévation” e “Correspondances” di Baudelaire
  Marco Cipollini: Saint Denis. Elegia Esagonale.
  Vetrina/ Federica Bonzi. Una domanda
  Marco Cipollini: Habemus poetam ac summum magistratum! - Sul caso Bondi poeta
  Marco Cipollini: L’arte dell’imitazione (I). "The Tiger" di William Blake
  Marco Cipollini: Piero o Leonardo
  Paolo Diodati: A Roberto Benigni, Hum… che occhi, che beddi capiddi…
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (IX). La I Olimpica di Pindaro
  Marco Cipollini: A memoria sempiterna del predellino berlusconiano
  Le Sirene nel Liceo classico "Tiziano" di Belluno
  Marco Cipollini: Puer clamans ovvero quattro tesi in dodici punti (e un poscritto) sull'arte dei giorni nostri
  Marco Cipollini: Andrea Vanni senese
  Marco Cipollini, Due luoghi del sublime: Paestum e Segesta
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XII). Gérard d’Houville, Vœu.
  Marco Cipollini: La realtà del mito (II)
  Marco Cipollini, istruzioni contro la peste
  Enrico Marco Cipollini. Dall'IO al NOI
  Marco Cipollini. Inno alla Primavera
  Marco Cipollini: La realtà della realtà (V)
  Maria Lanciotti. Bignamino di una cronaca non ancora storicizzata – 6
  Marco Cipollini: Realtà infinite (VI)
  Marco Cipollini: A una ragazza musulmana
  Marco Cipollini: Tempo di lupi.
  Marco Cipollini: Sconsolatio philosophiae. Su Emanuele Severino
  Marco Cipollini: L’arte dell’imitazione (VI). “Copa Surisca” Dall’Appendix Vergiliana
  Marco Cipollini: Una nuova visione del mondo in Ervin Laszlo. Risacralizzare il cosmo
  Marco Cipollini: Fuga Immortale (Racconti di Tellusfolio da Santo Stefano a Befana)
  Marco Cipollini: Leda e il Cigno. Con nota introduttiva.
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XIII), Sesto Properzio, dal Libro II, elegia VII
  Marco Cipollini, Quadro storto.
  Marco Cipollini: Ritorno a Volterra.
  Marco Cipollini: Il vero aspetto delle Sirene. Bibliografia minima.
  Marco Cipollini: Decalogo di poesia
  Rosaria Chiariello. L'Analisi dei “Rapports” cabanisiani di E.M. Cipollini
  Poesia d’autore/ François Cheng
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (X). “The Lamb” e “The Fly” di William Blake
 
 
Immagini correlate

 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 1 commento ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy