Le recenti opere pubbliche della messa in sicurezza e del riassetto idrogeologico del territorio hanno così profondamente degradato la Val Corta, storica località di villeggiatura nel cuore del Parco delle Orobie, tanto che la gente se ne allontana. Era questo il vero obiettivo?
Con le ruspe hanno spianato tutta la valle cancellando la strada dei cavalli, angoli e recessi del fiume, posti di fragole e lamponi, senza alcun ritegno, tutta la flora e la fauna, sotterrando pure la purissima sorgente del Gàvet. Non c'è più un albero, una pianta, un fiore, una pozza per nuotare, un masso su cui sdraiarsi a prendere il sole nel centro di balneazione della Val Tartano.
Infine hanno vietato l’accesso al fiume lungo tutta la valle dai Barbera alla Biorca con muri, barriere ed alte scogliere. Il Tarten è pericoloso, dicono le Autorità.
Si è proceduto nei lavori per la difesa del suolo del bacino del fiume Tarten della Val Corta come se ci si fosse dimenticati delle alluvioni. Hanno costruito una grande briglia di cemento armato a sbarrare la valle, che è una vera e propria minaccia davanti alla contrada Biorca. Alla prima piena la briglia ha trattenuto una enorme quantità di terra e sassi che ha deviato il corso del fiume inondando il parcheggio delle auto, la strada e la parte più bassa della contrada.
A seguito delle proteste della gente, nei primi giorni di settembre del 2009, hanno abbassato la briglia di poco solo centralmente quando, per una maggiore sicurezza, andava demolita del tutto, portando via anche il materiale accumulato, per riportare, come in precedenza, di circa 8 metri più in basso, il livello del letto del fiume. Da irresponsabili hanno asportato dall'alveo fluviale tutti i massi per rivestire, fatti a pezzi, i muri di cemento armato della nuova strada della Val Corta e portandovi nel contempo coi camion una montagna di terra e sassi. Il bel fiume che si ricorda ora scivola uniforme tra due elevati terrapieni. Quello di sinistra è solcato da tre profondi canali costruiti per convogliare i corsi d’acqua che scendono dalle valli laterali. Non solo sono pericolosi da oltrepassare ma, diventando torrenti impetuosi nelle alluvioni, così diretti al fiume senza ostacoli, potrebbero deviarne il corso con imprevedibili conseguenze.
Proprio a causa del livello dell'alveo del fiume di molto elevato e di quella montagna di terra e sassi portata tutt’intorno, senza più alcun masso, colossi a frenare la furia delle acque in piena, ricordando l’alluvione dell’87, c'è da temere per le sorti della contrada Biorca e sarebbe la prima volta a memoria d’uomo.
Dal cartellone dei lavori pubblici
PROVINCIA DI SONDRIO
PIANO PER LA DIFESA DEL SUOLO
INTERVENTO VAL CORTA
SCHEDA TA-23-7-BACINO DEL TORRENTE TARTANO
Importo complessivo: € 1.153.519,95
Opere per la sicurezza: € 45.000,00
Importo di contratto di lavoro: € 1.198.519,95
Legge: 102/90
Tempo utile: 365 gg
Inizio lavori: 23/11/2006
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In Val Corta, lungo la sponda sinistra del fiume Tarten, hanno costruito, dal 2007 al 2009, una nuova strada carrabile d’alto impatto ambientale, di circa 6 metri di larghezza, che ha comportato a sostegno e consolidamento la costruzione di una chilometrica muraglia di cemento armato rivestito di sassi a vista, cancellando del tutto la storica mulattiera. Hanno fatto a pezzi anche le poltrone dei giganti, meraviglia dei bambini e posa degli anziani. Perché si è voluto fare una nuova strada quando quella già esistente svolgeva perfettamente il suo compito richiedendo solo una manutenzione straordinaria e avrebbe fatto risparmiare anche un bel mucchio di soldi pubblici? Le Autorità dicono che era necessaria per la sicurezza. Sembrano ignorare che nella valle non risiede più nessuno e che la vecchia strada carrabile era sicura almeno quanto la nuova, visto che il tracciato seguito è lo stesso solo allargato. Perché il primo progetto che prevedeva una strada di 3 metri di larghezza è stato stracciato? Che cos'è successo in Provincia di Sondrio che l'ha fatto cambiare?
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Hanno spaccato la roccia, che faceva da argine naturale, per fare due briglie da cui l'acqua scorre via sopra una pavimentazione di sassi e cemento senza neanche fare il salto, per di più in un tratto del fiume dove l'acqua scorreva già a balzi sulla roccia. Se non sono uno sperpero di denaro pubblico a che cosa servono?
L’esperienza dimostra che quando l'alveo del fiume è largo le briglie causano più problemi di quanti ne risolvano, mentre quando è stretto sono del tutto inutili- e che facessero almeno la pozza per nuotare!
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I muri (mostruosi alla Biorca), le muraglie, i canali, le briglie e le molte strade della sicurezza, (esagerata quella per la Val Corta, allungata ad anello quella per la Val Lunga, a rischio frane quella per la Fopa, causa di problemi idrogeologici quella per i Gavàzz), realizzati in Val Tartano nel corso degli ultimi anni sono impattanti, disamorano gli oriundi che non riconoscono più i luoghi a cui si sentivano legati e svalutano anche le proprietà. Si poteva fare di tutto meglio. Molte opere sembrano finalizzate più a favorire la speculazione che ad una vera e propria messa in sicurezza del territorio.
L’economia della Val Tartano è basata sul turismo degli oriundi e di persone che amano la montagna incontaminata. Sono centinaia e centinaia di fedeli che ogni anno tornano in valle contenti solo di ritrovare i cari luoghi della memoria, per cui soggiornano, passano le vacanze, fanno la spesa nei negozi, vanno al bar e al ristorante, comprano il formaggio ed altri prodotti locali, curano le proprietà, danno una mano nelle varie iniziative ed attività sociali, civili e religiose del paese e tengono in piedi anche l'Amministrazione comunale pagando le tasse più salate della seconda casa. Il paesaggio è perciò l’attrattiva turistica principale della Val Tartano e va salvaguardato prima di tutto. La sola possibilità di sviluppo della valle a vocazione agro-turistica e nell’interesse di tutti: abitanti, residenti, oriundi, amici e villeggianti risiede in una politica di tutela e valorizzazione del suo ricco patrimonio storico, artistico, culturale, della pastorizia e delle sue straordinarie bellezze naturali ancora incontaminate. Facciamo funzionare il Parco delle Orobie come una grande vetrina gratuita di promozione turistica della valle a livello regionale ed europeo. Sistemiamo le storiche mulattiere o quel che di loro resta, teniamo puliti i prati attorno alle contrade, curiamo i sentieri, limitiamo l'accesso in auto e moto in Val Lunga e in Val Corta solo a coloro che vi abitano, per le attività economiche e le urgenze, facciamo un campo da calcio e di pallavolo per i ragazzi, un parco giochi per i bambini, attrezziamo aree per picnic e camping, facciamo rispettare il divieto d’accesso alle motocross nel Parco, creiamo un centro culturale con una biblioteca alla memoria della Val Tartano e dei suoi illustri. Solo per l’amore del paese è giusto ed onesto chiedere i soldi pubblici ed è bello ed onorevole operare.
Luciano Angelini, oriundo di Tartano
(per 'l Gazetin, dicembre 2009)
P.S. – Che cosa fa il Sindaco per tutelare e valorizzare la Val Tartano?
Non è di Tartano, non si può pretendere che l'abbia nel cuore. È impegnato in Regione a trovare 34 o 60 milioni di euro di soldi pubblici per fare il tunnel che lo porti in auto a Foppolo. Forse non sa che ci sono ben due strade carrabili che collegano la Valtellina a Foppolo: una lungo la Valmadre, attraverso il passo Dordona e l’altra lungo la Valle del Bitto d'Albaredo, attraverso il passo san Marco, valli entrambe che poi, neanche a farlo apposta, confinano con la Val Tartano.