La giunta della regione Veneto ha emesso, con voto unanime, una delibera che obbliga usl, aziende ospedaliere e tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate ad assumere, con lo stesso contratto degli infermieri, sacerdoti per l'assistenza religiosa. Le assunzioni che dovrebbero portare a un esborso di almeno 2 milioni di euro saranno a carico della Regione ma su nomina della Diocesi, che avrà anche il potere di licenziare. I religiosi avranno libero accesso alle strutture di ricovero e assistenza senza alcuna limitazione e potranno intervenire nelle attività degli ospedali con iniziative da loro promosse.
Questo protocollo d'intesa che nei prossimi giorni verrà firmato dal governatore Giancarlo Galan e dal cardinale Angelo Scola, rappresenta l'ennesimo atto di sottomissione nei confronti delle gerarchie vaticane da parte di un'istituzione che dovrebbe essere laica. Con soldi pubblici appartenenti a cittadini credenti non credenti o credenti in altro, si consente di fatto ai preti cattolici di interferire con le attività ospedaliere con il rischio di pesanti condizionamenti su quelle pratiche mediche non conformi ai dogmi religiosi come ad esempio aborto, somministrazione della pillola del giorno dopo, decisioni relative a pazienti in stato vegetativo. In una regione che vede già oltre l'80% di medici obbiettori è inaccettabile che le istituzioni contribuiscano a un ulteriore aumento delle difficoltà per le donne ad accedere all'interruzione volontaria di gravidanza.
L'assessore alla sanità Sandro Sandri (foto) ha dichiarato che «in un momento in cui l'Europa consente di gettare nel cestino il crocifisso, abbiamo voluto attivare questo servizio ritenendo per un malato di grande conforto la presenza di un religioso», dimentica però l'assessore che ci sono anche malati di altre confessione ai quali ora non si potrà certo impedire di chiedere la presenza dei propri ministri di culto, assunti ovviamente dalla regione con lo stesso trattamento. Se questa, e non altra, è la motivazione della delibera dobbiamo quindi aspettarci in Veneto ospedali popolati da religiosi di ogni credo e confessione, a meno che l'assessore e la giunta regionale ritengano le sofferenze dei malati non cattolici meno degne di conforto.
Franco Fois, Associazione VenetoRadicale
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Fonte: Radicali.it, 28/11/2009